Un potere e una saggezza illuminati
Benché
i libri che pretendono di spiegare come diventare felici siano
numerosi, nel complesso gli esseri umani sono ancora tormentati dagli
stessi problemi che assillavano i loro antenati. Il povero cerca la
ricchezza, il malato desidera ardentemente la salute, coloro che sono
afflitti dalle discordie familiari vorrebbero vivere in armonia, e
via dicendo. I problemi, comunque, non sono in se stessi la causa
fondamentale dell’infelicità: secondo il Buddismo, la causa reale
dell’infelicità non è l’esistenza dei problemi ma il fatto che
manchiamo del potere e della saggezza per risolverli.
Il
Buddismo insegna che tutti gli individui possiedono un potere e una
saggezza illimitati, e insegna il modo di sviluppare l’uno e
l’altra. Piuttosto che cercare di eliminare la sofferenza e le
difficoltà, che sono considerate intrinseche alla vita stessa, il
Buddismo si concentra invece sul modo di sviluppare il nostro
infinito potenziale allo scopo di vivere una vita realmente felice.
Potere
e saggezza, spiega il Buddismo, derivano dalla forza vitale, perciò
se sviluppiamo una forza vitale sufficiente saremo in grado di
fronteggiare le avversità della vita e di trasformarle in una
sorgente di felicità e di gioia.
Quando
cadiamo in una profonda disperazione o siamo alle prese con un
problema difficile, è arduo credere che la nostra vita possieda un
potenziale illimitato. Ma questa è l’essenza di uno dei più
profondi insegnamenti buddisti, noto come «i
tremila regni in un singolo istante di vita»
Per
tutta l’epoca moderna, lo sviluppo della civiltà scientifica
occidentale è stato sorretto, e forse persino dominato,
dall’umanesimo, una dottrina che accentua la superiorità dell’uomo
in quanto essere razionale. Ma l’umanesimo non sempre si è fondato
su una visione globale della vita. In definitiva, l’idea che
l’essere umano sia il centro dell’universo è ristretta ed
egocentrica.
Non
possiamo negare che il senso dell’io sia necessario per condurre
una vita soddisfacente, ma l’attaccamento all’idea che l’io
costituisca la totalità dell’esistenza secondo il Buddismo è non
soltanto limitata ma addirittura pericolosa. Il Buddismo insegna
invece che la strada per la liberazione dalla sofferenza sta nel
risvegliarsi a una vita più grande che trascende i ristretti confini
dell’io.
La
coscienza dell’io costituisce la struttura che supporta la nostra
visione del mondo. La percezione dell’universo diviso in due parti
contrapposte – io e altri o interno ed esterno – sorge dalla
nostra coscienza dell’io. Questa stessa coscienza dà origine agli
altri dualismi come, ad esempio, il dualismo di mente e corpo (che ci
fa credere che la mente sia il nostro vero io, mentre il corpo non lo
è), quello di materia e spirito o quello di umanità e natura. Il
pensiero dualista è stato il fondamento dell’evoluzione della
civiltà moderna, ma è anche la radice di gran parte dei suoi
attuali problemi.

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