Semi di una umanità che cresce
Una
delle cose più belle della vita è poter creare qualcosa, utizzando
gli eventi che abbiamo a disposizione tutti i giorni: è come se
tutte le mattine ci fossero offerte occasioni, abbiamo solo da
guardare, e bisogna saper guardare con la mente pulita e scegliere
ciò che più ci ispira e… creare esperienze uniche, e che, anche
se piccole e invisibili, hanno grande valore e lasciano un segno
nella storia delle persone.
L’anno
scorso a scuola il programma di educazione scientifica aveva come
tema centrale “l’albero”. Per studiarne meglio gli aspetti,
tutti gli insegnanti hanno scelto di trattare il tema da più punti
di vista, in riferimento alle aree didattiche di cui si occupavano.
Alla fine dell’anno è stata allestita una bellissima mostra con
tutti i lavori dei bambini. L’albero che cresce e che nasce da un
piccolo seme è stata per me una buona occasione per sviluppare
un’attività nell’ambito di uno dei tanti aspetti dell’educazione
alla pace: la valorizzazione di ogni singolo individuo e della sua
unicità.
Questo
avevo in mente quando, in classe, dopo aver osservato con i bambini
la particolarità dei diversi semi, li ponevamo nella terra; così,
per ogni bambino che seminava, nasceva la possibilità di guardare
dall’esterno ciò che succedeva alla sua vita e a quella degli
altri nel corso della crescita.
Si
sa, ognuno ha il suo “tempo”, il suo “ritmo”, ci sono bambini
velocissimi e altri più lenti. A scuola, e non solo, i lenti
patiscono, vengono beffeggiati dai compagni, ripresi continuamente
dai genitori e dagli insegnanti… anche i germogli e le piantine
avevano tempi diversi: l’orzo puntava verso il cielo con la sua
altissima foglia verde, mentre il mais si era appena svegliato col
suo grosso germoglio che spuntava fuori dalla terra e i semi del melo
dormivano profondamente e non abbiamo mai visto i loro germogli. Così
tutte le volte che i più veloci prendevano in giro i più lenti
potevamo ripensare alle piantine con la loro evidente diversità a
cui non era collegato un giudizio di valore.
Nessuno
si è mai sognato di “sgridare” una piantina perchè ci mette più
tempo a crescere, semmai si tratta di verificare se ha tutto ciò che
le serve per crescere: forse più luce, più o meno acqua, del
concime, ma lei rispetterà il suo tempo. Così anche i bambini,
opportunamente ascoltati nei loro bisogni e sostenuti rispetto alle
loro difficoltà, possono migliorare i loro tempi, se questo è utile
alla loro crescita, ma tutti vanno rispettati per come sono.
I
bambini sono straordinari, le cose importanti le hanno già dentro,
forse non lo sanno, sta a noi fargliele vedere e tante volte sono
proprio loro a ricordarci qualcosa di importante che noi abbiamo
dimenticato.
Durante
quest’esperienza che si è sviluppata per l’intero anno
scolastico, ho letto insieme a loro un libro (la recensione è a
pagina 13 in basso a destra) che racconta le avventure di un seme di
soffione. Inoltre abbiamo scritto e costruito un libro: Gli
Alberibimbi. I bambini hanno inventato la storia, seguendo
l’indicazione di permettere a ogni compagno di esserne
protagonista, di esprimere il proprio carattere e di giungere a
conclusioni condivise da tutti. Dimenticavo, si tratta di una prima
elementare. Una mattina, durante la lezione, i bambini sentirono
bussare alla porta dell’aula. Toc! Toc! Magia! Compare un mago!
«Ciao
bambini, sono il mago Ugo e voglio fare un esperimento proprio con
voi… voglio trasformarvi in alberi, così vi dimostrerò quanto
sono abile». Puff!
Rimasero
con loro Chiara, trasformata in un generoso ciliegio, che offriva i
suoi frutti a chi ne voleva, e Lucia, anche lei un ciliegio, che
aiutava i bambini della 5 B a contare, usando le ciliegie e le
foglie. In cortile Umberto diventò un pino capace di tirare le pigne
nel canestro, in palestra, fra i palloni colorati comparve Eleonora,
una sequoia sulla quale i bambini potevano arrampicarsi e giocare…
In
biblioteca c’era anche Sveva, trasformata in un ippocastano, che
aiutava i bambini a scegliere i libri sulla natura. Ma dopo un po’
i bambini della 1a C erano stanchi di stare fermi e volevano tornare
a giocare e a scoprire tante cose. E il mago li accontentò. Però,
da questa esperienza avevano imparato a fare qualcosa per gli altri e
avevano capito che gli alberi sono utili per tutti e che ognuno di
essi può offrire qualcosa di unico.
Durante
l’anno, i bambini hanno seminato, hanno seguito la crescita delle
piantine, ascoltato la lettura del Soffio nel vento e hanno provato a
immedesimarsi, durante le lezioni di yoga, nel movimento di crescita
di un seme che diventa pianta. Così hanno scritto spontaneamente le
loro osservazioni-metafore che rappresentavano la loro esperienza
vissuta. E in ogni frase scritta con tanto impegno, visto che erano
proprio le prime frasi scritte da soli, tra cancellature, sbavature e
macchie, ognuno di loro si è raccontato in poche parole.
«I
semi sono come i bambini, i semi per crescere hanno bisogno di terra
se no non crescono»
«I
semi nascono con l’acqua»
«I
semi del soffione sono piccolissimi ma coraggiosi. Io mi sento un
semino quando dormo. Mi sento un albero quando mi sveglio»
«La
vita dei semi è lunghissima. Quando io mi stiro faccio con le
braccia come i germogli dei semi»
«Il
seme sta dormendo al buio nel silenzio. Si è già alzato al sole, ma
il piccolo seme è molto triste perchè è ancora piccolo e vuole
diventare grande. Ma poi è diventato grande ed è felice» (J)
«Seme
semino, quando cadrai, non avere paura, mi raccomando quando cadrai
non andare nel posto sbagliato ma vai nel posto giusto» (I)
«Ogni
cosa ha un significato. Persino le piante che noi consideriamo
“erbacce” hanno un ruolo e una funzione da svolgere. Ogni cosa
vivente ha la sua identità, il suo ruolo e il suo scopo peculiari:
il ciliegio come ciliegio, il susino come susino, il pesco come
pesco, il pruno selvatico come pruno selvatico».
Di
Daisaku Ikeda, tratto da I protagonisti del XXI secolo, Esperia 1997,
vol. 2, pag. 18

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