Le malattie in trincea
Mentre
i soldati italiani combattevano contro il nemico nelle trincee, un
altro pericolo li decimava senza
distinzione di divisa:
le malattie. Le condizioni igieniche disastrose, il freddo, la fame e
il sovraffollamento nei campi militari crearono il terreno perfetto
per la diffusione di epidemie
devastanti.
Il
nemico più letale della guerra non fu sempre il piombo, ma spesso
il tifo,
la malaria, la dissenteria e perfino l’influenza spagnola.
Dunque parliamo delle malattie della Grande Guerra.cizia
delle trincee: un covo di nfezioni
Le
trincee italiane erano un luogo estremamente
insalubre.
Fango
e rifiuti umani –
Le latrine erano rudimentali, spesso scavate vicino ai dormitori.
Invasione
di topi –
I roditori si nutrivano di cadaveri e trasmettevano malattie.
Acqua
contaminata –
Le fonti d’acqua erano spesso infette da batteri letali.
Le
condizioni favorivano la diffusione di infezioni intestinali
e polmonari che
spesso si rivelavano più letali delle battaglie.o:
la piaga del Il tifo
petecchiale,
causato dai pidocchi, fu una delle principali cause di morte tra i
soldati italiani.
Come
si diffondeva?
I
soldati vivevano ammassati in trincee e baracche, facendo
proliferare i pidocchi.
La
mancanza di bagni e vestiti puliti rendeva
impossibile eliminare il problema.
Dati
allarmanti
Nel 1917,
solo sul fronte italiano, oltre 100.000 soldati si ammalarono di
tifo,
con migliaia di morti.
I
medici militari tentarono di contenere l’epidemia bruciando
i vestiti infestati e
distribuendo polveri
insetticide,
ma con scarso successo.lal
e ali
Le
zone paludose dell’Italia, soprattutto nel Basso
Piave e nel Basso Veneto,
erano infestate
dalle zanzare anofele,
responsabili della malaria.
Chi
veniva colpito?
I
soldati di stanza nei campi vicino alle paludi e nei territori
riconquistati dagli Austriaci.
Gli
sfollati civili, costretti a vivere in condizioni precarie senza
protezione.
Come
si curava?
La chinina era
l’unico rimedio efficace, ma era difficile da reperire in grandi
quantità.
Le
zanzariere e i vestiti lunghi aiutavano, ma molti soldati non
le avevano a disposizione.
e colera: la morte lenta del soldato
La
diarrea cronica era così
diffusa che
molti soldati la consideravano una
condizione inevitabile della guerra.
Cause
principali
Cibo
avariato, spesso pane
ammuffito o carne in scatola andata a male.
Acqua
contaminata da batteri fecali.
Mancanza
di igiene dopo i pasti.
Conseguenze
Debilitazione
estrema,
che rendeva i soldati facili
bersagli nelle battaglie.
Mortalità
elevata,
specialmente nei reparti più esposti.fluenzaSpagnola:
l’ultimo colpo alla truppa
Nel
1918, quando la guerra stava finendo, un’epidemia influenzale si
abbatté sulle truppe: la famosa
Influenza Spagnola.
Come se non bastassero già le suddette malattie della Grande Guerra.
Numeri
devastanti
Nel
solo Esercito
Italiano morirono
circa 50.000 soldati per
complicazioni legate all’influenza.
L’epidemia
si diffuse rapidamente nelle caserme
e negli ospedali da campo,
dove i soldati già
debilitati divennero
facili vittime.
silenziosi
In
un’epoca senza antibiotici, i
medici al fronte combattevano con pochi strumenti contro
malattie mortali.
Le
soluzioni adottate
Vaccinazioni
di massa –
Vennero sperimentati i primi vaccini contro il tifo, ma con
risultati limitati.
Isolamento
dei malati –
Chi aveva febbri alte veniva messo
in quarantena per
evitare il contagio.
Miglioramento
dell’alimentazione –
Si cercò di dare più proteine ai soldati per rafforzare il sistema
immunitario.
Le
malattie nella Prima Guerra Mondiale furono un nemico tanto letale
quanto il fuoco nemico. Migliaia
di soldati morirono non per colpa di proiettili, ma per microbi e
infezioni,
spesso in condizioni disumane.
Questa
storia, poco raccontata, ci ricorda che la guerra non si combatteva
solo con le armi, ma anche contro un nemico invisibile che colpiva
senza distinzione.
Fonti
storiche sulla Prima Guerra Mondiale – Unità di apprendimento
interdisciplinare Università popolare di Mestre

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