Il ritmo dell'universo
La
domanda se il Daimoku può avere un impatto sugli altri ci porta a
valutare il raggio d'azione della preghiera e il suo funzionamento. È
l'occasione buona per ricordare che l'effetto della recitazione è
legato principalmente alla decisione di trasformare se stessi
È
possibile che il nostro Daimoku influenzi positivamente le altre
persone? Possiamo aiutare gli altri a trasformare il loro karma?
La
Legge mistica è la Legge dell'universo, e la recitazione di
Nam-myoho-renge-kyo ci mette in grado di percepirla e di
manifestarla. Quando preghiamo per la felicità di un'altra persona,
non solo emerge la Buddità dalla nostra vita, ma attiriamo quella
dell'intero universo. Nam-myoho-renge-kyo è l'essenza della vita:
nostra, dell'universo e di tutti gli esseri viventi e non. Tutto
viene permeato dalla Legge mistica in quanto tutto è di per sé
Nam-myoho-renge-kyo. Ecco perché il Daimoku "funziona":
tocca la Buddità nostra e di tutti i fenomeni. Si può considerare
quindi il Daimoku come il mezzo che mette in comunicazione la nostra
Buddità con quella dell'universo. «Quando un uccello in gabbia
canta - scrive Nichiren Daishonin - gli uccelli che volano liberi nel
cielo sono richiamati e si radunano intorno a lui. E quando gli
uccelli che volano nel cielo si radunano, l'uccello in gabbia cerca
di uscire fuori. Così, quando con la bocca recitiamo la mistica
Legge, la nostra natura di Budda viene richiamata e immancabilmente
emergerà» (Come coloro che inizialmente aspirano alla via..., RSND,
1, 789). Daisaku Ikeda, presidente della SGI, commenta la metafora
usata dal Daishonin per spiegare il principio di richiamare e
rivelare la natura di Budda: «Il canto dell'uccello in gabbia è il
Daimoku recitato dalle persone comuni, imprigionate dalle catene
dell'oscurità fondamentale, delle illusioni e dei desideri, che
risvegliano in sé la fede nella Legge mistica. In altre parole, è
il Daimoku recitato con una fede determinata a vincere su tutti gli
ostacoli grazie al potere della Legge mistica. Il potere di un
Daimoku così forte e determinato richiama la natura di Budda in
tutti gli esseri viventi. [...] Coloro che recitano
Nam-myoho-renge-kyo sono anche in grado di spezzare le catene
dell'oscurità fondamentale e dell'illusione e rivelare la propria
natura di Budda. È il potere della nostra voce che recita
Nam-myoho-renge-kyo che unisce le nostre vite con la Legge mistica
che pervade tutti i fenomeni dei tremila regni» (BS, 119, 31).
Questo non significa che il nostro Daimoku possa far ottenere la
Buddità agli altri e trasformare il loro karma, ciò sarebbe contro
l'insegnamento del Daishonin che spiega come la trasformazione del
karma e l'ottenimento della Buddità dipendano dalla lotta intrapresa
dal singolo individuo contro la propria oscurità, istante per
istante. A volte si sente dire: «Recita Daimoku per me». Questo
tipo di richiesta non è propriamente coerente con lo spirito di
compiere ciascuno la propria rivoluzione umana perché favorisce un
atteggiamento di dipendenza dagli altri e dal loro Daimoku. Il
Daishonin scrive: «È il cuore che è importante. Non importa quanto
forte Nichiren possa pregare per te, se manchi di fede sarà come
tentare di accendere il fuoco con un'esca bagnata. Sforzati di
raccogliere il potere della fede» (La strategia del Sutra del Loto,
RSND, 1, 889). Fatta questa doverosa premessa, si può dire che
quando si recita Daimoku sinceramente per un amico, il potere del
Daimoku si manifesta. È come se si creassero delle onde che si
allargano nell'universo e che abbracciano le persone per le quali
stiamo recitando. La sincerità è fondamentale come lo è,
ovviamente, anche la fede nella Legge mistica, che si attiva con il
Daimoku. In questo modo, non solo si risveglia la Buddità
individuale ma anche quella delle forze della vita e dell'ambiente
che proteggono la persona per la quale stiamo recitando. Questo vale
sia per i viventi che per i defunti; i benefici della pratica
buddista raggiungono anche queste energie latenti.
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