Il karma, o Legge di causa ed effetto

Significa “azione compiuta” e indica contemporaneamente le cause e gli effetti che derivano dalle azioni, parole e pensieri della nostra vita quotidiana, buoni e cattivi, leggeri e pesanti, superficiali e profondi.
Il karma: l’identikit di questo importante concetto buddista a cura di Sabina Guzzanti «Se è la sofferenza che temi, se è la sofferenza ciò che detesti, non compiere mai azioni cattive, perché tutto si vede per quanto segreto.
Persino un volo nell’aria non ti può liberare dalla  sofferenza dopo che l’azione cattiva è stata commessa.
Non nel cielo, né nel mezzo dell’oceano, né se ti nascondessi nelle crepe delle montagne, un angolo riusciresti a trovare in questa terra tutta, dove il karma il colpevole non raggiungerebbe.
Ma se vedi il male che altri ti fanno e se sentitamente tu disapprovi, stai attento a non fare al medesimo modo, perché le azioni delle persone con esse rimangono.
Quelli che imbrogliano negli affari, quelli che contro il Dharma agiscono, quelli che frodano, quelli che truffano, se stessi gettano in un gorgo, perché le azioni delle persone con esse rimangono.
Qualsivoglia azione possa un individuo compiere, siano esse di gioia portatrici, siano esse cattive, un’eredità per lui costituiscono, le azioni non svaniscono senza lasciar traccia. (…)
Un’azione cattiva non necessariamente causa subito a chi l’ha compiuta un qualche guaio.
Essa nascostamente allo stolto superficiale si accompagna, proprio come un fuoco che giace sotto la cenere.
Proprio come una lama appena forgiata, l’azione cattiva nell’immediato non provoca alcuna ferita.
Proprio il ferro produce la ruggine che lentamente di certo lo consumerà.
Colui che il male compie, dalle sue stesse azioni è portato a una vita di sofferenza».
Questi versi sono tratti dal Dharmapada, una delle scritture buddiste più antiche, e contengono probabilmente la prima enunciazione del concetto di karma.
a cura di Sabina Guzzanti Tratto da : Buddismo e Società n° 86

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