Recitare daimoku e gongyo non è un obbligo ma un diritto che aiuta a ottenere di più dalla vita, calma mente e corpo e ci sincronizza con l'universo

Immaginate gli immensi benefici che otterrete recitando seriamente e con costanza daimoku e gongyo!
In sostanza si recita daimoku per se stessi: la pratica non è obbligo ma un diritto.
Il Gohonzon non vi chiederà mai di recitare ma, più vi sforzate nella fede, facendo gongyo e recitando daimoku, più otterrete dalla vita.
Il Daishonin inoltre non precisa nei vari Gosho quanto daimoku recitare. Dipende dunque interamente dalla propria coscienza e dal proprio senso di responsabilità. La fede è una metà da perseguire per tutta la vita, non è il caso di essere inutilmente agitati o in ansia per la quantità di daimoku che recitiamo.
Come ho già detto non è proprio il caso di diventare ansiosi o di sentirsi sotto pressione inutilmente. Il Buddismo è nato per liberare le persone, non per obbligarle.
Anche "un poco ogni giorno" è importante: il cibo di cui ci nutriamo tutti i giorni si trasforma in energia nei nostri corpi. Anche lo studio diventa un patrimonio solo quando ci si applica quotidianamente. La nostra vita è il risultato di ciò che facciamo, di come viviamo ogni giorno.
La forza propulsiva è proprio gongyo.
Gongyo fa si che il nostro corpo e la nostra mente siano calmi e sereni e ci mette in sincronia con l'universo".
D. Ikeda - "L'importanza di Gongyo e Daimoku" - Preghiera e azione.
I protagonisti del XXI

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