Regressione antropologica

L'uomo sta perdendo la mente e anche l'anima, e quindi si riduce a corpo, a muscoli che gli consentono di svolgere le mansioni dell'Homo faber, che corre, consuma sesso, mangia e usa le mani: un tempo per lavorare, adesso per gli hobby.
Si tratta di una profonda regressione antropologica, non soltanto di un effetto secondario del progresso tecnologico.
Se cadono non solo le facoltà ideative, ma anche i desideri, il piacere di sapere, tutto riporta al fare come segno di essere. Non più il cogito ergo sum, ma faccio dunque non sono morto.
Vittorino Andreoli

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