Le 34 mine fatte brillare sul fronte alpino tirolese 1916-1918

Quando nell'agosto del 1914 scoppiò la prima guerra mondiale, nessuno degli eserciti belligeranti era preparato ad una guerra di mine; si pensava al contrario ad una guerra di movimento che sarebbe finita dopo un breve periodo di combattimenti. Sul fronte occidentale, tuttavia, già nel settembre 1914 si passò ad una guerra di posizione e già in dicembre i tedeschi fecero esplodere le loro prime cariche di mine sotto una postazione nemica. Il conflitto si trasformò ben presto in una guerra di mine con centinaia di esplosioni, culminata il 7 giugno 1917 nelle Fiandre con lo scoppio di 19 mine britanniche per un totale di 423.000 kg. di esplosivo. Sin dall'inizio sul fronte italiano in montagna si combattè una guerra di posizione, alternata a grandi battaglie che portarono a modifiche della linea del fronte. Qui la guerra di mine si sviluppò solo nel 1916 poichè gli scavi delle gallerie nella roccia dura risultavano di gran lunga più difficoltosi che nel molle terreno argilloso e cretaceo della Francia o della Russia. La letteratura italiana ed austriaca ed i documenti dell'archivio di guerra viennese documentano 34 esplosioni di mine, di cui 20 italiane, sul fronte alpino tra il Pasubio e lo Zuoghi (a nord del rifugio Ospitale sulla strada statale 51).
Vennero così registrate tutte le mine fatte brillare nel territorio del Tirolo con i suoi 5 rayon schierati a difesa, al principio della guerra, dal passo dello Stelvio al monte Vancomune fino al confine carinziano. Le battaglie di mine sull'Isonzo non sono quindi oggetto di questa esposizione. La guerra di mine rimase il mezzo tattico della guerra di posizione e culminò nel 1917 con 21 esplosioni. Se gli Italiani non si fossero ritirati dopo la sconfitta di Caporetto, il numero delle mine esplose sarebbe ancora aumentato, poichè entrambe le parti avevano ano preparato le loro mine fin oltre il monte Piano. Così si ridusse il numero delle esplosioni di mine sul Pasubio che non fu coinvolto nella ritirata del novembre 1917. Le 34 mine sono elencate in ordine cronologico e la descrizione si limita all'essenziale; si potrebbe tuttavia scrivere un libro per ogni singola montagna. I dati relativi alle perdite devono essere valutati con estrema cautela poichè nella letteratura divergono in parte gli uni dagli altri. Anche le dimensioni dei crateri devono essere considerate puramente indicative. Il peso degli esplosivi introdotti nelle camere delle mine è stato stimato solo in relazione all'effetto esplosivo. La composizione chimica delle più diverse qualità di esplosivi comportava naturalmente una diversa forza dirompente ed esplosiva delle mine. Il racconto di qualche lettore in merito ad altre esplosioni di mine sarebbe oltremodo gradito all'autore.
1. Au. 01.01.1916 Lagazuoi Piccolo. Poco dopo mezzanotte gli Austriaci danno inizio alla guerra di mine sul fronte dolomitico. Con solo 300 kg. di esplosivo fanno saltare un grosso blocco di roccia al di sopra della postazione di Cengia Martini. A parte l'effetto morale e lievi danni, nessuna perdita per la postazione italiana.
2. Au. 06.04.1916 Col di Lana. I Kaiserjaeger sulla cima del Col di Lana decidono di prevenire un attacco italiano a colpi di mine. Caricano in fretta e furia la caverna sulla vetta con 110 kg. di esplosivo ed innescano. Le due gallerie italiane rimangono leggermente danneggiate.
3. It. 17.04.1916 Col di Lana. Alle 23.35 ora italiana, gli Italiani fanno saltare le loro due camere caricate con 5020 kg. di esplosivo in totale. Si forma un doppio cratere allungato: 25 metri di larghezza, 35 metri di lunghezza e 12 metri di profondità. Questa famosissima mina miete il maggior numero di vittime di parte austriaca: oltre 100 valorosi Austriaci, soprattutto del 2° reggimento Kaiserjaeger sono sepolti ancora oggi sotto le macerie provocate dall'esplosione e ben 170 cadono prigionieri dopo che la fanteria d'assalto italiana occupa la vetta.
4. It. 11.07.1916 Castelletto (Punta di Bois, Schreckenstein). Meno spettacolare, pur non eguagliando il mito della mina del Col di Lana, è l'esplosione italiana 43 della sella del Castelletto della Tofana di Roces, intesa ad eliminare questa scomoda posizione austriaca. 35.000 kg. di esplosivo al termine di una galleria lunga quasi 400 metri, scavata con grande abilità, sconvolgono la sella e la parte meridionale delle torri del Castelletto. 13 Austriaci cadono vittime dirette della mina, altri cadono dopo quattro giorni di battaglia intorno alla postazione, conclusasi il 14 luglio con la vittoria degli alpini.
5. It. 17.09.1916 Monte Cimone di Tonezza. Gli Italiani tentano di neutralizzare la mina d'attacco austriaca. Il tentativo rimane senza successo.
6. Au. 23.09.1916 Monte Cimone di Tonezza. Gli austriaci riescono a far saltare una carica di 14.200 kg. di esplosivo collocata sotto la vetta del Cimone, occupando subito dopo il cratere di 50 metri di diametro e 22 metri di profondità. I dati relativi alle perdite italiane si riferiscono all'esplosione ed alle successive battaglie di posizione: 1137 tra morti, feriti e dispersi. Gli Austriaci dichiarano tuttavia di aver catturato quasi 500 prigionieri.
7. It. 17.11.1916 Zuoghi. Secondo dati austriaci, un incidente, probabilmente provocato da una mina di schiacciamento, si verifica nel sistema di gallerie nemico sulla dorsale di Zuoghi. Sul ripido pendio meridionale di forma un cratere piatto del diametro di 20 metri, oggi non più visibile.
8. Au. 14.01.1917 Lagazuoi piccolo. Esplosione nella roccia con 16.000 kg. di esplosivo nella terra di nessuno sulla Cengia Martini. La mina scava un cratere della larghezza di 37 metri e della profondità di 45. Ai piedi della parete si forma, al di sopra del passo Falzarego, il cono di deiezione sinistro.
9. It. 03.03.1917 monte Sief. Gli Italiani fanno brillare la loro prima contromina nella sottile cresta del Dente del Sief (Knotz) escavano un cratere simile ad una feritoia profondo 17 metri e lungo 40. Nessuna perdita umana tra i difensori e neanche l'avanzata delle mine austriache viene rallentata.
10. It. 12.04.1917 Colbricon Questa, di soli 800 kg. di esplosivo, è la prima di tre mine italiane fatte esplodere nella sottile cresta orientale per la conquista della vetta occidentale. In questa occasione cade uno spuntone di roccia che uccide 12 uomini di un avamposto austriaco.
11. Au. 22.05.1917 Lagazuoi piccolo. La terza esplosione austriaca sulla cengia, con i suoi 30.400 kg. di esplosivo, investe i pericolosi avamposti nemici sul dente di roccia della trincea avanzata che viene spazzata via. Dalla parete al di sopra della cengia Martini si stacca una massa di roccia la cui superficie di frattura è alta ben 200 metri e larga 140, e 200.000 metri cubi di detriti precipitano ai piedi della parete. 4 uomini di una pattuglia italiana vengono colpiti a morte.
12. It. 08.06.1917 monte Zebio. Per l'inizio della grande battaglia dell'Ortigara gli italiani progettano due esplosioni di mine sotto la trincea austriaca. Probabilmente a causa di un fulmine, una di queste mine già pronta esplode ed uccide oltre 100 Italiani ignari. Anche gli Austriaci perdono 35 uomini nel cratere di 35 metri di diametro e 10 metri di profondità.
13. It. 10.06.1917 monte Rotondo. La seconda mina viene fatta scoppiare puntualmente come "ouverture" della battaglia per seminare morte e scompiglio tra i difensori. Malgrado i violenti combattimenti, gli Italiani non riescono a sfondare questa posizione. Successivamente i difensori occupano il cratere piatto largo circa 25 metri e vi sistemano una postazione.
14. It. 20.06.1917 anticima Lagazuoi piccolo. Superato abilmente un dislivello di 190 metri grazie allo scavo di una galleria, gli alpini fanno saltare la postazione nemica sull'anticima con 33.000 kg. di esplosivo. La mina apre un cratere chiaramente visibile e la roccia a picco sulla cengia Martini forma il cono di deiezione destro ai piedi della parete. Gli Austriaci non subiscono alcuna perdita; gli Italiani perdono alcuni uomini nel successivo attacco al cratere.
15. It. 16.07.1917 Colbricon. Gli Italiani fanno esplodere una carica di 4.000 kg. vicino al luogo dell'esplosione della prima mina, facendo crollare la parete orientale della vetta. Gli Austriaci perdono circa 25 uomini.
16. It. 16.09.1917 Lagazuoi piccolo. La quarta ed ultima esplosione austriaca con soli 5.000 kg. di esplosivo abbatte, al di sopra della cengia Martini, altre gigantesche masse di pietra che riempiono ancora una parte della cengia, senza tuttavia provocare perdite umane.
17. It. 19.09.1917 Colbricon. La terza ed ultima mina dilania ulteriormente la cresta. Non ha comunque alcun effetto sulle postazioni austriache.
18. Au. 26.09.1917 Marmolada (Forcella V - Vesurascharte). Gli Austriaci, messi alle strette dopo la perdita subita a quota 3065 sulla cresta Serauta, fanno saltare con circa 1250 kg. di esplosivo la parete occidentale della forcella V. Le pietre che precipitano nella forcella trascinano con sè circa 15 italiani. Finora non è ancora stata trovata l'ubicazione della galleria e della camera della mina.
19. It. 27.09.1917 monte Sief. Con la seconda mina, gli Italiani tentano ancora una volta di distruggere l'impianto di mine austriaco. Sebbene la mina alteri solo leggermente il contorno del dente del Sief, da parte austriaca 4 pionieri minatori muoiono per intossicazione da gas.
20. Au. 29.09.1917 Pasubio. Gli Austriaci danno inizio, sotto la selletta ed il Dente italiano, al ciclo di 10 esplosioni provocate complessivamente da una parte e dall'altra. Una mina di schiacciamento viene fatta brillare con 500 kg. di esplosivo ed oltre 30 Italiani trovano la morte.
21. It. 01.10.1917 Pasubio. Nella battaglia a colpi di mine, gli Italiani caricano 16 tonnellate di esplosivo sotto la selletta e le fanno saltare aprendo un cratere di 40 metri di diametro e 20 di profondità, ancora oggi visibile. I gas penetrano nella galleria austriaca ed uccidono 12 uomini.
22. It. 10.10.1917 Buse del Oro. Nell'ambito dell'attacco a colpi di mine contro la postazione austriaca a 2187 metri sulle Buse del Oro a nord del Colbricon, fallisce il suo obiettivo, esplodendo nella terra di nessuno, una mina di schiacciamento non documentata nella letteratura. Un pioniere minatore austriaco che lavora in un pozzo viene ucciso dalle pietre.
23. Au. 21.10.1917 monte Sief. Con 45 tonnellate di esplosivo, gli Austriaci fanno brillare la loro seconda carica di mina in ordine di importanza nella guerra di montagna. La cresta tra la vetta ed il dente viene dilaniata per una lunghezza di 80 metri ed una profondità di 35, i due crateri provocati dalle mine italiane scompaiono completamente in questo nuovo cratere. Mentre i danni sotterranei al sistema di gallerie italiano sono irrilevanti, la fanteria appostata nelle trincee e nelle caverne subisce perdite ingenti: muoiono 35 uomini.
24. It. 22.10.1917 Pasubio. Gli Italiani fanno nuovamente brillare una mina di schiacciamento di 1.000 kg. di esplosivo che però,a causa dell'arginamento troppo scarso, esplode con una debole deflagrazione, senza provocare danni al nemico.
25. It. 24.10.1917 Marmolada. La guerra di mine si sposta sul ghiacciaio. Gli Italiani fanno saltare nel ghiaccio circa 450 kg. di esplosivo. Crolla una galleria austriaca scavata nel ghiaccio, ma i difensori non lamentano perdite.
26. It. 29.10.1917 Marmolada. Gli Italiani tentano nuovamente la fortuna nel ghiaccio con circa 1.000 kg. di esplosivo, ma senza successo.
27. Au. 03.11.1917 Marmolada. Ora sono gli Austriaci a tentare di far saltare una mina nel ghiaccio. Come saluto di commiato agli Italiani che dopo la ritirata generale a seguito della sconfitta nella 12^ battaglia sull'Isonzo cominciano ad abbandonare anche le proprie posizioni nelle Dolomiti, gli Austriaci fanno esplodere una piccola carica nel ghiaccio il cui effetto tuttavia è rimasto sconosciuto.
28. Au. 24.12.1917 Pasubio. Dopo la ritirata degli Italiani sul Grappa e sul Piave, la guerra di mine continua ad infuriare solo sul Pasubio. Gli Austriaci caricano 6.400 kg. di esplosivo sotto lo spuntone nord del Dente italiano e fanno saltare, alla vigilia di Natale, una parte della parete rocciosa. Gli Italiani, con oltre 50 vittime, pagano ancora un elevato tributo di sangue.
29. It. 21.01.1918 Pasubio. Gli Italiani cominciano l'ultimo anno di guerra con l'esplosione di una debole mina di schiacciamento a due camere e con 600 kg. di esplosivo, senza ottenere effetto sul nemico.
30. Au. 02.02.1918 Pasubio. Una mina di schiacciamento austriaca con 3.800 kg. di esplosivo collocata sotto il Dente italiano provoca seri danni materiali ed uccide alcuni Italiani.
31. It. 13.02.1918 Pasubio. Gli Italiani fanno nuovamente brillare una mina che provoca involontariamente l'esplosione di una seconda mina. Dopo un'ora si verifica un'altra esplosione sotterranea la cui causa rimane misteriosa. 6 Austriaci e 2 Italiani perdono la vita.
32. Au. 24.02.1918 Pasubio. Con una carica troppo bassa gli Austriaci tentano uno schiacciamento senza ottenere alcun risultato.
33. It. 05.03.1918 Pasubio. Una contromina italiana, provocata da una finta manovra, non riesce a neutralizzare i preparativi per l'ultima grande esplosione degli Austriaci. Solo un po' di gas penetra nelle loro gallerie. 34. Au. 13.03.1918 Pasubio. L'ultimo atto austriaco nella guerra di mine sul fronte italiano si conclude con la mina più grande: 50.000 kg. di esplosivo vengono suddivisi in due camere di mina e fatti brillare alle prime luci dell'alba. La più violenta di tutte le esplosioni della guerra di montagna provoca il crollo di tutta la parte frontale del Dente italiano e seppellisce oltre 40 uomini sotto i massi della gigantesca frana. Le fiamme si propagano anche nel sistema di gallerie austriaco e mietono alcune vittime. Gli Austriaci fanno esplodere questa mina solo poche ore prima di una progettata contromina italiana. Entrambe le parti mettono fine così alla guerra di mine.

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