Il desiderio di vincere per gli altri
Nessuno
ama il veleno e però è un dato di fatto che causi sofferenze
concrete alle persone. Ma il Buddismo ci rende abbastanza forti da
cambiare il veleno in medicina. Anzi ci consente di costruire una
felicità ancora più grande di quella che avremmo potuto conseguire
in assenza del “veleno”. È attraverso il benefico potere della
Legge mistica che siamo in grado di dimostrare che usando il veleno
si può ottenere la felicità. Perciò, senza farci sconfiggere dalle
circostanze che ci sovrastano e dagli ostacoli, dovremmo trasformarle
in venti favorevoli alla nostra crescita. Affrontare tutte le
difficoltà in quanto occasioni per la nostra rivoluzione umana,
occasioni di andare oltre i nostri limiti e dimostrare il potere del
Gohonzon agli altri, incoraggiandoli col nostro esempio, fa sì che
ogni sconfitta o fallimento diventi il punto di partenza per un nuovo
inizio. Quando grazie alla pratica cominciamo a sviluppare dentro di
noi un grande desiderio di rendere felici, non soltanto noi e i
nostri cari ma tutte le persone che ci circondano, diventiamo sempre
più consapevoli che anche i nostri problemi e i nostri dolori
possono essere un ottimo strumento per realizzare questo desiderio.
E, esperienza dopo esperienza, prendiamo sempre più fiducia nella
possibilità di trasformare qualsiasi cosa, per quanto terribile
possa apparirci, in una sorgente di felicità ancora più grande,
come spiega il Daishonin: «Il carattere myo del Sutra del Loto è
come una fiammella. Quando si accosta una fiammella a una distesa
d’erba, non solo tutta l’erba, ma anche grandi alberi e grandi
pietre saranno consumati dalle fiamme. Con il fuoco della saggezza
del carattere myo, non solo tutte le colpe svaniranno, ma si
trasformeranno in cause di benefici. Questo è il significato di
cambiare il veleno in amrita [elisir degli dèi, n.d.r.]» (SND, 7,
218).
Il
Nuovo rinascimento n.293
Commenti
Posta un commento