Le mura di Massenzio. Il potenziamento massenziano delle Mura Aureliane
La
prima, corrispondente alle mura massicce del progetto di Aureliano,
la seconda, che la maggioranza degli studiosi fanno risalire al regno
di Massenzio, una terza ristrutturazione sotto Onorio e infine
successivi interventi nel corso del V-VI secolo.
Con
questo breve articolo ci concentreremo sulla fase tradizionalmente
attribuita a Massenzio: essa è caratterizzata dalla sopraelevazione
costituita da gallerie coperte, alte in media otto metri, le quali
presentano spesse mura verso l’esterno e lunghe arcate interne.
L’evoluzione
di Porta Appia (o San Sebastiano)
1- Fase aureliana. L’accesso
è costituito da due archi gemelli che si aprono in un corpo centrale
rivestito di travertino. Gli archi sono fiancheggiati da due torrioni
semicircolari che proteggono l’entrata e i tratti di mura
adiacenti. I battenti delle porte sono in legno di quercia rivestito
di ferro. Il primo piano è dotato di finestre ad arco. Il secondo
piano è costituito da una terrazza scoperta riparata da merli.
2-
Fase massenziana. Nuove torri semicircolari a quattro piano, alte 24
metri e larghe 13, inglobano quelle originali. Le cortine, ora
provviste di gallerie interne, arrivano all’altezza del terzo piano
delle torri. Dietro la porta propriamente detta, inoltre, viene
realizzato un cortile interno (non raffigurato), delimitato da due
muri semicircolari a tenaglia.
3-
Fase onoriana. I due archi gemelli vengono sostituiti con un unico
portale ad arco. La nuova entrata può essere chiusa facilmente per
mezzo di una saracinesca a grata di legno che scorre in un’apposita
scanalatura, manovrata per mezzo di corde dalla camera che sovrasta
l’arco di ingresso. le torri semicircolari vengono fasciate fino al
livello delle cortine da bastioni quadrangolari, rivestiti per metà
della loro altezza da blocchi di marmo bianco riutilizzato.
4-
Fase successiva al 442 d.C. In seguito al grande terremoto di
quest’anno, la porta centrale viene sottoposta a un importante
restauro. Successivamente, forse al tempo delle guerre gotiche,
entrambe le torri vengono innalzate di un piano
Sopra
le gallerie, corrono i camminamenti di ronda, larghi poco più di 3
metri e bordati da parapetti merlati. Nella parte frontale delle
gallerie, a intervalli irregolari, si aprono feritoie per il lancio
delle frecce. L’altezza totale delle cortine murarie, dalla base
alla merlatura, arriva a più di 15 metri e, in alcuni punti, a quasi
20 metri (Todd 1978, 49).
Il
procedimento di costruzione delle nuove strutture di Massenzio aveva
molto in comune con quello adottato per la fascia inferiore
preesistente, anche se i mattoni e le tegole usate per i rivestimenti
non furono scelti con altrettanta cura e in più mancavano i diatoni
passanti. Questo lieve abbassamento degli standard qualitativi
originali va attribuito con molta probabilità al fattore fretta, più
che negligenza o a manodopera scadente, dato che nel giro di
pochissimi mesi dalla sua elezione nel 28 ottobre del 306 Massenzio
si trovò a dover fronteggiare la prima invasione, quella del
tetrarca Flavio Severo con un esercito probabilmente di 30mila
uomini, e, ancora fra la fine pericolosa questa volta da parte
dell’Augusto d’Oriente Galerio.
1-
Torri aureliane. Le torri sporgenti, che dominavano la cinta a
intervalli regolari, erano postazioni avanzate per l’artiglieria
leggera, come le ballistae. Le torri erano larghe 7.5 metri e si
proiettavano all’esterno delle mura per circa 3, mentre sul retro
erano allineate alla cortina. Si elevavano per 4.5 metri sul
camminamento di ronda. In questo particolare esempio di torre
aureliana si nota un ambiente a tripla volta a botte, con una scala
centrale che conduce alla terrazza merlata sovrastante. Questo
ambiente è fornito di due finestre ad arco aperte sulla facciata.
Dietro le finestre potevano essere piazzate due ballistae che,
ruotando di 90°, potevano sparare i loro colpi anche dalle finestre
poste sul fianco della torre.
2- Nel primo esempio di torre
massenziana qui illustrato, il parapetto e le merlature originali
sono stati rimossi e le quattro finestre sottostanti murate. Una
volta fatto questo, i costruttori si limitarono a sopraelevare la
torre e a dotarla di una nuova terrazza merlata.
3-
In questo secondo esempio, più elaborato, sulla preesistente
terrazza (una volta murate le finestre e tolto il parapetto merlato)
è stato costruito un ampio ambiente coperto da un tetto a
padiglione. Questa nuova camera ha tre finestre ad arco sulla
facciata più una su ciascuno dei due lati e due sul retro, con una
porta che dà accesso al camminamento.
Va
comunque rilevato che, in linea di massima, la qualità dei lavori
era ancora molto alta per un’impresa così impegnativa e svolta a
ritmi serrati e in pochissimo tempo.
Ora
la città disponeva di difese tali che solo un assedio molto
aggressivo e prolungato avrebbe potuto sperare di abbatterle. Le
gallerie permettevano a uomini e macchinari difensivi di raggiungere
in fretta qualsiasi settore delle mura.
L’innalzamento
delle cortine murarie comportò alcune modifiche alla struttura delle
torri, che non potevano certo rimanere allo stesso livello delle
mura. Alcune furono lasciate semplicemente con terrazze merlate,
chiaramente alzate allo stesso livello dei parapetti, anch’essi
merlati, delle cortine. Altre, invece, videro la rimozione della
merlatura e la chiusura delle finestre sottostanti, con la
costruzione di un ampio ambiente con tetto a padiglione sulla vecchia
terrazza. Queste nuove camere coperte presentavano tre finestre ad
arco sulla facciata, più una su ogni lato e due sul retro, con una
porta che dava accesso al camminamento.
Un
numero esiguo di torri, però, subì già sotto Massenzio una
trasformazione radicale. Le precedenti sopraelevazioni furono
abbassate al livello delle terrazze, al di sopra delle quali fu
edificato un ulteriore piano, coperto da un tetto a padiglione come
le altre torri rialzate.
Curiosamente,
gli interventi più massicci della fase massenziana sulle Porte delle
Mura si vedono su quattro porte “meridionali”, la Porta Appia, la
Porta Asinaria (San Giovanni), la porta Latina e la Porta Ostiense
(San Paolo).
Todd
(1978, 56) fa notare che probabilmente Massenzio, se avesse avuto
tempo, avrebbe esteso il progetto di trasformazione monumentale delle
porte a tutto il percorso delle mura, ma gli eventi decisero
diversamente.
1-
Cortina muraria aureliana. Alte 6 metri e spesse 3.5, reggevano un
cammino di ronda protetto da un bordo merlato. Visto dall’esterno,
il muro raggiungeva un’altezza di circa 8 metri.
2-
Cortina muraria aureliana con galleria. In alcuni tratti le cortine
contenevano gallerie provviste di feritoie concave per gli arcieri.
Il muro si innalzava compatto fino all’altezza di circa 3 metri,
con volta a botte che sorreggeva il camminamento e la merlatura.
3-
Cortina muraria aureliana sormontata da galleria massenziana. Il
cammino di ronda fu coperto da una galleria con volta a botte che si
apriva in grandi arcate verso l’interno, mentre verso l’esterno
era dotata di feritoie concave. Sopra la galleria correva il cammino
di ronda scoperto, protetto all’esterno da una merlatura. Gli
arcieri si dislocavano nella galleria e le ballistae venivano
sistemate fa i merli del terrazzo esterno.
Un’interpretazione
possibile per la scelta di partire dalle porte meridionali per la sua
ristrutturazione, fu probabilmente che Massenzio dovette temere di
essere attaccato sia da nord, lungo il percorso obbligato della via
Flaminia, ma anche da meridione, magari con uno degli eserciti nemici
che dalle province di Epiro o Dalmazia avrebbe potuto essere sbarcato
a sud di Roma e impegnare i suoi difensori da quel versante.
Di
fronte all’ipotetico scenario di dover combattere a un tempo contro
due eserciti, il potenziamento della cinta muraria a sud avrebbe
permesso di dislocare lì un numero ridotto di difensori, che
avrebbero potuto agevolarsi delle difese appena restaurate e
potenziate, mentre il grosso dell’esercito avrebbe potuto essere
dislocato a nord, per affrontare gli invasori che fossero discesi
lungo la Flaminia, sfruttando in quel caso le difese naturali offerte
dalla barriera del fiume Tevere.
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