Tu, mio

"Ascoltavo la guerra da bambino. In casa erano le storie dette a tavola, gli aerei gonfi di bombe, la sirena che avvisava con poco margine, il silenzio delle corse, il ringhio del rumore in cielo poi quello degli scoppi in terra. E una volta di luglio mancato avvistamento e le bombe vennero d'alta quota e su obiettivo libero a strappare di giorno a ciuffi i vivi dal mondo.
Mamma sapeva queste storie, papà era soldato. Lei raccontava le corse ai ricoveri. Scappavano di casa per infilarsi nella galleria di Piedigrotta, cento volte in una gioventù, a gara stabilita con altre famiglie a chi arrivava prima e prendeva i posti migliori. Ognuno era tenuto ad afferrare cose disparate da portare in salvo. Lei portava me, il nonno una valigia tenuta accanto all'uscio in cui resisteva un servizio di porcellana. Le donne mettevano le cose preziose in una borsa e non se ne separavano mai nel ricovero. Si ricordava di una famiglia assai povera: la donna stringeva al petto sempre una vecchia borsa. I suoi figli si stupivano che lei possedesse qualcosa di valore. Un giorno nella corsa la donna cadde e rovesciò per terra il tesoro: bottoni. Per non sfigurare anche lei si era dotata di borsa inseparabile riempiendola per fare volume..."
Erri De Luca 

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