Impero e imperium. Una necessaria distinzione.

Siamo talmente abituati a parlare di “impero romano”, da dare spesso per scontato che anche i Romani stessi chiamassero o definissero così il loro Stato.
Ciò che emerge dalle fonti però non è proprio questo…
Infatti, lo Stato romano continuerà a essere chiamato, anche durante il periodo imperiale, res publica (non stupitevi di trovare questo termine ancora all’epoca di Giustiniano, per dire), reso in greco con politeia.
Noi moderni è certamente meglio che usiamo “impero” (anche se Anthony Kaldellis ha pubblicato qualche anno fa un libro dal provocatorio titolo “The Byzantine Republic“), anche perché lo Stato romano è comunque retto da un imperatore, in greco basileus. In quel senso è certamente corretto.
Ora: nelle fonti antiche certamente si usa 𝘪𝘮𝘱𝘦𝘳𝘪𝘶𝘮, così come il suo corrispettivo greco, basileia.
Tuttavia, questi termini usualmente non indicano (salvo alcuni casi) una forma di governo o un’entità statale.
Si tratta piuttosto del potere imperiale stesso, del diritto o l’autorità di dominare.
Per questo, diventa chiaramente insensato parlare di divisione in imperi, anche perché non è mai avvenuta. Ma ha totalmente senso parlare di divisione dell’imperium tra più persone.
Del resto, nel corso della Storia dello Stato romano, moltissime volte questo è stato spartito, e spesso tra più di due persone. Basti pensare alla Tetrarchia o ai figli di Costantino (e del resto nessuno si sognerebbe di dire che l’impero viene diviso in tre o quattro Stati).
Parlando di imperium e non di impero, si capiscono anche meglio alcuni passi di autori del VI-VIII secolo che parlano della “caduta dell’impero romano d’Occidente”.
Fonti latine dopo il 476 come il Comes Marcellino, Giordane e Paolo Diacono parlano chiaramente di come l‘imperium dei Romani a Roma termini, muoia o altri verbi simili.
Ed è certamente vero che lo Stato romano e la sua struttura in Occidente, nel V secolo, vanno a sparire.
Ma dalle loro parole, a me pare evidente come ci si stia riferendo al potere degli imperatori, e non allo Stato romano – anche perché ovviamente tutti parlano di Romani successivamente al 476-480, nelle loro opere (sono testimonianze estremamente interessanti, torneremo a parlarne in futuro).
Tra l’altro, va anche notato come le fonti contemporanee agli eventi del 476-480, in particolare i Consularia Italica, descrivano negli esatti termini della faccenda ciò che stava succedendo: i Romani perdono le provincie e il dominio ai barbari (provincias et dominationem amiserunt).
Per questo è decisamente più corretto dire che nel V secolo non termina l’impero romano d’Occidente (entità statale mai esistita), ma cessa l’imperium dei Romani in Occidente.
In questo modo, tutto torna nella sua originaria e più corretta prospettiva storica.

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