San Michele...

...Le batterie nemiche, presa nuova posizione, cominciavano a bombardarci con violenza inaudita; sembrava che una mano potente piantasse i proiettili lì, gli uni vicini agli altri, lungo la trincea, smantellandola quasi completamente! La posizione era insostenibile, non potevamo nemmeno alzare la testa, altrimenti ci inchiodavano per terra come tanti cani; allora venne l’ordine di ritirarsi, nelle primitive posizioni, in ordine! Triste ritorno! Da principio la ritirata andò bene; ma, quando ci vedemmo alle spalle il nemico in numero strabocchevole che scendeva di corsa al contrattacco...oh, Dio, che tristi e terribili momenti!
Tutti fuggirono sbandandosi; il 111° ed il 112°, vedendo il nemico avanzare, aprirono il fuoco; la nostra posizione era disastrosa; ci trovammo presi tra due fuochi! Ognuno allora pensò per proprio conto alla salvezza; oramai la battaglia era perduta e chi poteva salvarsi era ben fortunato!
Le mitragliatrici, l’artiglieria nemica, faceva dei vuoti impressionanti tra di noi, tirava ove c’erano più raggruppamenti; intuii che era finita per me; unica ancora di salvezza era allontanarmi dagli altri…
Michele Lotti, In trincea sul San Michele, Mursia edizioni

Commenti

Post popolari in questo blog

Sul medio Isonzo, area di Plava quota 383

S.Osvaldo – 6 aprile 1916 la fine della compagnia della morte

Così si moriva sul Carso in una giornata tranquilla del 1917