Oblio alle Somme

Mentre ci avvicinavamo alle linee tedesche, vidi con orrore che il filo non era stato affatto distrutto. I nostri proiettili di artiglieria avevano appena lanciato il filo spinato per aria e poi si era riposizionato di nuovo dove era stato in precedenza. C’erano alcune lacune nel filo, ma capimmo ben presto che quelle erano state deliberatamente lasciate dai tedeschi per mandarci nelle zone di sterminio, dove avrebbero concentrato il loro fuoco di mitragliatrice su di noi.
Secondo il comando militare britannico, tutti i tedeschi sopravvissuti al bombardamento avrebbero dovuto essere disorientati e sopraffatti dalla vastità della forza schierata contro di loro. Ma continuarono con il macabro intento di massacrarci. Installarono mitragliatrici che sparavano 600 proiettili al minuto e ci falciarono come se fossimo stati mais davanti alla falce. Un capitano dell’8° battaglione diede il segnale di attacco salendo sul bordo della sua trincea. Calciò un pallone in direzione delle linee nemiche.
Ero sicuro che stesse cercando di placare le paure dei suoi uomini con uno spettacolo di spavalderia, ma fu ucciso all’istante con un colpo alla testa e minò l’effetto che aveva cercato di creare. Continuai a camminare in avanti in un delirio vitreo. Tutt’intorno a me, gli uomini caddero a terra. Alcuni dolcemente, altri rotolando e urlando. Continuai incolume mentre i miei amici e compagni venivano fatti a pezzi. Altre tre ondate si alzarono dietro di me e subirono la stessa sorte. Guardai a lungo la linea e mi resi conto che eravamo rimasti in pochi. Secondo il piano, il nostro attacco andò avanti tutta la mattina, con quattro ondate di uomini che uscirono per affrontare lo stesso triste destino. […]
Nel primo pomeriggio,la notizia del nostro massacro arrivò di nuovo al quartier generale dell’esercito e ulteriori attacchi per quel giorno furono sospesi. […] Dei 120.000 uomini che avevano preso parte alle prime mattine di combattimento, la metà erano vittime. Ci furono oltre 20.000 uomini uccisi e altri 40.000 feriti. Dopo 140 giorni, quando la battaglia si fermò definitivamente nel novembre 1916, oltre un milione di uomini erano stati uccisi o feriti. In tutto ci furono 400.000 vittime britanniche, 200.000 francesi e 500.000 tedeschi. Per coloro che vi hanno preso parte e sono sopravvissuti, è stato il momento decisivo della loro vita. Quando mi aggrappavo cupamente a una trincea malconcia e osservavo tutti i miei commilitoni invecchiare durante la tempesta dei bombardamenti che durò un giorno.
Per ore abbiamo pregto, sudato e imprecato mentre lavoravamo sui mucchi di gesso e sui corpi mutilati. All’alba del mattino successivo, eravamo di nuovo nel verde bosco. Mi ritrovai ad appoggiarmi al fucile e fissare stupidamente gli uomini sudici e esausti che dormivano intorno a me. Non mi venne in mente di sdraiarmi finché qualcuno non mi spinse in un letto di felci. C’erano fiori tra le felci e uno dei miei ultimi pensieri fù ci saranno ancora fiori nel mondo?
Daniel Wrinn, Prima Guerra Mondiale: storia dalle trincee, Independently published (23 giugno 2021)

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