Morire nella terra di nessuno
“Un
poverino, una volta, vicino a me l’hanno colpito; e siccome eravamo
un po' in alto, ha fatto quattro o cinque capriole e si fermò già
là e dopo poverino gridava. Io avevo di fianco il nostro
sottotenente e gli dissi: “Signor tenete, io vado a portarlo via
quel povero cristo là”, ma lui “Non muoverti – mi disse –
che se ti muovi sei già morto”. Sono stato lì un po', ma insomma
mi strappava il cuore, gridava, chiamava aiuto e la mamma. Allora
insomma sarà come sarà, pensai, ho fatto tre o quattro capriole
come aveva fatto lui e sono arrivato vicino a lui, quello mi ha preso
subito e allora, non sapevo cosa fare.
Allora
bel bello mi son tirato su in ginocchioni e loro non mi spararono
mica. Allora lo prendo in spalla bel bello mi alzo con quest’uomo
in spalla che mi stava insanguinando la divisa, e così. Non mi hanno
sparato neanche un colpo. Ho portato via quel figliolo lì e neanche
una schioppettata, e si che sparavano forte quando siamo arrivati lì.
Ho pensato che anche là c’era gente che aveva un po' di criterio”
Testimonianza
di C.Chitto, in La Grande Guerra. Operai e contadini lombardi nel
primo conflitto mondiale, op. cit., pagg.412-413
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