Strage di muli malga Millegrobbe Lavarone 15 aprile 1916

Alle ore 14 il nemico tira shrapnels da 120 sulla nostra batteria: una granata viene a scoppiare a 4 metri dalla volata del III pezzo, ma non recò alcun danno. Vicino alla nostra baracca un mulo è colpito in fronte è morto: il conducente, un soldato di fanteria del 9° è rimasto illeso la mantella gli fu stracciata dalle schegge. Il tiro nemico cessa verso le ore 15,30.
Alle ore 23 odesi ai nostri avamposti un violento fuoco di fucileria: la batteria di M.te Pò. Tira con scat. a metraglia contro una grossa pattuglia nemica. Si veglia tutta la notte vicino ai nostri cannoni: fa molto freddo. È ghiaccio.
Domenica delle Palme. Tempo splendido. Alle ore 9 il solito tiro contro Belvedere. Il nemico tira sulla nostra batteria e sulle adiacenze con shrapnel da 120. Mentre stava alla batteria mortai con Morone e Montagna piovevano vicino scheggie a pallette: a tre metri da noi è caduta un'ogiva con spoletta: vedo sulla strada feriti due muli uno alla coscia sinistra posteriore, l'altro è colpito in fronte  e parte dell'osso cranico vola via. Il mulo ha una lunga agonia: ho fatto alcune fotografie di quella povera bestia; anche negli ultimi istanti è paziente. Sembra che gli austriaci non sappiano uccidere che dei muli: è il caso di dire «I fratelli uccidono i fratelli».
Dal diario di Caterino Nazari militare, tenente


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