Per Trento e per Trieste

Le armi erano poche, le principali erano i fucili 91 di produzione italiana, le Saint-Etienne, mitragliatrici francesi, che usammo in Carnia e le bombe a mano. Gli austriaci erano meglio armati di noi. Le loro vedette erano munite di un fucile con cannocchiale e questo era un vantaggio per loro…Gli austriaci si trovavano in una posizione più in alto rispetto alla nostra e succedeva un fatto strano. Tutte le mattine un austriaco si svegliava e salutava in tedesco gli italiani, sarebbe stato facile ucciderlo, ma nessuno l’ha mai fatto… …I soldati austriaci erano come noi, anche loro facevano la guerra. Tra noi soldati ci scambiavamo la pagnotta uno con l’altro. Quando non c’era l’assalto da una trincea all’altra, si parlava, si cantava e ci scambiavamo le sigarette. …Gli austriaci erano come noi, stavano al fronte e combattevano perché obbligati, sparavano a noi come noi sparavamo a loro, però non avevano velleità di conquista. I nostri veri nemici non erano gli austriaci, ma la borghesia italiana, che ci obbligava ad andare a combattere ed intascava i soldi, mentre noi dovevamo difendere i loro interessi. Spazio per l’Italia l’abbiamo preso, con tre anni e mezzo di guerra, per Trento e Trieste…
Testimonianze di Giuseppe Soudaz di Pont-Saint-Martin, di Anselmo Nicco di Donnas e di un anonimo

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