Memorie di guerra – Puntata 4
I miei
uomini si portavano il più possibile vicino a me, perché sembrava
loro di garantirsi più sicurezza, ma non era così: indossavo una
mantella e quando, in una pausa di bombardamento, mi rialzai, la mia
mantella si mostrò a brandelli, sfrangiata. Mi toccai non credendo
ai miei occhi, e intorno a me i miei compagni in condizioni orribili
e raccapriccianti.
Calata la notte vennero portati via i morti e i
feriti; portarono delle balle di paglia da utilizzare per giaciglio,
qualche vivanda e nuove munizioni.
Ci
riprendemmo solo nel guardarci, senza parole, qualcuno con le lacrime
agli occhi per la perdita del paesano. Avevo uomini di tutte le
regioni e di tutte le età; erano stati tutti bravi e buoni, mi
avrebbero protetto se fosse stato loro possibile.
Stemmo
dietro quest’argine quella notte, il giorno seguente, ed un’altra
notte.
In sostituzione nostra sarebbero arrivati i Bersaglieri
ciclisti che, passando quel fiumiciattolo, più tardi, avrebbero
avuto delle forti perdite perché il nemico aveva fatto in tempo a
piazzare altre mitragliatrici. Gridavano: avanti fucilieri!, avanti
bombardieri!, ma per noi era ormai arrivato l’ordine di fermarsi e
toccava a loro di spingere il nemico al di là del Piave.
Cosa
che avvenne il 26 giugno.
Ripassando
il Piave il nemico lasciò di qua nelle nostre mani gran quantità di
prigionieri.
Rimanemmo
qualche giornata nell’eventualità che ancora fossimo richiamati a
rinforzo, a nuovo combattimento, seppur bisognosi di riposo, fracidi
e sfiniti. La notte ci si avvicinava l’un l’altro per procurarci
anche un po’ di calore e ci sembrava di trovare maggior
conforto.
Se eravamo soddisfatti di quello che avevamo potuto
fare, rimpiangevamo quei compagni che a differenza di noi non erano
stati accompagnati da un po’ di fortuna.
Il
Comandante della 33^divisione fanteria, Ten. Generale Sanna, così
telegrafò il 22 giugno al Comando del nostro 2° Reggimento
Bombardieri Fucilieri:
“Alle
lodi molto ambite di S.E. il Comandante del Corpo d’Armata unisco
la mia soddisfazione per avere alla dipendenza il bel Reggimento
Bombardieri sicuro che tutti i Gruppi che lo compongono costituiscono
una falange organica e forte così come ne ha dato prova il 105°
Gruppo nell’animosa avanzata di ieri fino allo Scolo Peressina che
certamente saprà mantenere contro qualsiasi attacco nemico”.
Quattro
giorni dopo, il 26 giugno, a conclusione delle undici giornate
vittoriose sul sacro fiume, fummo citati nel bollettino del Comando
Supremo:
“Tutti
i bombardieri combatterono con grande valore. Il 2° regg.to
bombardieri e specie il 105° gruppo meritano l’onore di speciale
citazione… Firmato Diaz”.
Il
26 luglio finalmente arrivò l’ordine di prendere la strada che
tanto attendevamo e di predisporci al riposo di cui avevamo bisogno,
e che consumammo a Sambughé dove c’era la nostra riserva.
Il
Comandante della 33^ divisione fanteria, Ten. Generale Sanna così
messaggiò al Comando del nostro 2° Regg.to Bombardieri Fucilieri,
quel giorno:
“Dopo
aver preso parte importantissima alla battaglia di liberazione ed
aver raggiunto di nuovo, fra le prime schiere, il Piave violato, il
bel reggimento Bombardieri lascia oggi la trincea per andare a
ritemprarsi a nuove lotte.
Sia
nella difesa accanita di posizioni improvvisate, sia nel
combattimento in campo aperto, sia nelle numerose arditissime fazioni
isolate, i bombardieri del 2° Reggimento hanno dimostrato di
possedere dette virtù militari, ardimento, slancio, abnegazione,
spirito di sacrificio.
Sempre
e dovunque – la gloriosa divisa dell’artiglieria è stata ancora
una volta consacrata da questi nuovissimi fanti, che lasciate le armi
con cui avevano seminato il terrore e la distruzione nelle file
nemiche, impugnarono il fucile e seppero gareggiare coi migliori
reggimenti di fanteria destandone la commossa ammirazione.
Agli
Ufficiali, ai gregari tutti, ed al Comandante vada il mio saluto
riconoscente, che è il saluto di tutti i commilitoni della 33^
Divisione.”
Giuseppe Milani
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