Harald Hardrada, “flagello dei Bulgari”. La rivolta di Peter Deljan (1040-1041)

Nella Storia imperiale romana, l’imperatore Basilio II è rimasto famoso per aver piegato uno degli avversari più tenaci e secolari dell’impero, i Bulgari, e per il soprannome che si è guadagnato postumo per questo: “Bulgaroctono”, “il massacratore di Bulgari”.
Non è tuttavia l’unico personaggio della storia dell’impero ad essere stato ricordato in questo modo.
Il secondo uomo a portare un epiteto estremamente simile, è un uomo quasi altrettanto famoso: il comandante della guardia variaga Harald Sigurdsson, futuro re di Norvegia e maggiormente noto come “Harald Hardrada”, ovvero “Harald lo Spietato”. Harald Hardrada si guadagna il suo epiteto (che vedremo alla fine) in occasione della rivolta bulgara guidata da Peter Deljan del 1040-1041.
Per pacificare il nuovo thema di Bulgaria, consapevole di quanto sarebbe stato facile istigare una rivolta, Basilio II poco più di vent’anni prima aveva permesso un regime di tassazione molto agevolato (permettendo per esempio pagamenti in natura e non in moneta).
I suoi successori si rivelano però decisamente più miopi, e durante il regno di Michele IV e del suo “ministro” Giovanni Orfanotrofo, il regime fiscale della Bulgaria diventa molto più duro di prima.
Il malcontento monta in poco tempo, e nel 1040 come leader della ormai accesa rivolta bulgara emerge l’autoproclamato tsar Peter Deljan – forse un nipote dello tsar Samuele, sconfitto da Basilio II.
Ben presto è affiancato da Alusian, anch’egli familiare di Samuele, fuggito dalla sua prigionia politica a Costantinopoli dopo aver udito dei primi successi di Peter. Quest’ultimo, in particolare, ha colto totalmente di sorpresa Michele IV nei pressi di Tessalonica, riuscendo anche a impadronirsi del tesoro imperiale.
Mentre Michele IV si prepara da Tessalonica a organizzare le forze per un contrattacco, è nello stesso campo bulgaro che montano le prime discordie.
L’esercito bulgaro tenta infatti di assediare Tessalonica, ma è respinto nei suoi assalti, e in particolare durante la sortita di un tagma imperiale noto solo come “tagma ton meghaty mon il “tagma dei coraggiosi” (lett. “tagma di quelli dal grande cuore”).
Qualcuno ha voluto identificare questo tagma con quello dei variaghi, ma non solo non hanno mai avuto questo epiteto, ma parte di questi sono ancora impegnati in Italia con Giorgio Maniace.
La sconfitta bulgara costa a Peter Deljan migliaia di morti e la sua leadership: Alusian, in un alterco con lui, lo acceca, per poi tagliarli il naso. Nonostante questo, Alusian non ottiene migliori successi, e negozia una pace separata con l’impero.
Per quanto mutilato e accecato, Deljan riprende il comando dei suoi, che non hanno intenzione di arrendersi.
Nel frattempo però, avendo probabilmente anche richiamato truppe da altri teatri di guerra – e tra queste truppe, Harald Hardrada e 500 dei suoi Variaghi -, Michele IV, pur semiparalizzato e colpito spesso da attacchi di epilessia, guida personalmente un’imponente armata di 40.000 uomini per schiacciare i Bulgari.
Il destino di Deljan e dei Bulgari è segnato: la ribellione è soppressa nel sangue, nel 1041, in due sanguinose battaglie, a Ostrovo e a Prilep.
Durante questa campagna, Harald Sigurdsson si fa evidentemente notare in combattimento, anche se non conosciamo i dettagli.
Nello Strategikon Kekaumeons (da non confondere con il più antico Strategikon dell’imperatore Maurizio), l’autore riporta solo che ad Harald (Araltes, nella fonte in lingua greca), per aver servito nella guerra e avendo dimostrato “atti valorosi contro il nemico, degni della sua nascita e della sua nobiltà”, viene conferito dall’imperatore il prestigioso rango onorifico di spatharokandidatos.
Lo scaldo del futuro re, Thjodolf Arnórsson, nei suoi versi magnificherà Harald per le sue imprese al servizio imperiale, ascrivendogli la partecipazione a ben diciotto battaglie – e due di queste devono essere state quelle di Ostrovo e di Prilep.
Ed è proprio dai versi di Thjodolf che veniamo a conoscenza di uno degli epiteti che Harald Sigurdsson guadagna proprio durante quella campagna: Bolgara brennir, che in modo molto letterale si traduce in “bruciatore di Bulgari”.
Dopo i devastanti colpi inferti anche da Harald, i Bulgari resteranno sottomessi all’impero fino al 1185.

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