Attaccare e sacrificarsi!! La battaglia di Pozzuolo del Friuli
Ci
sono diversi cavalli senza cavalieri e ciclisti senza macchine,
benissimo! Si monta a cavallo e fra questi anch'io, sono però
disarmato e senza speroni. Non so con quale reparto mi intrufolai ma
ricordo che era una cavallina che non si fermò mai di trotterellare
spossandomi enormemente. Passammo per l'abitato di Lestizza e ora non
ricordo più per filo e per segno.
A
trotto e galoppo ci disponemmo in una brughiera in prossimità di
Pozzuolo del Friuli. Vista la malaparata mi portai verso lo Stato
Maggiore. Il caro compagno Marchesini Erasmo si levò uno sperone e
me lo diede ma nel mettermelo mi cadde e dovetti scendere da cavallo
per raccoglierlo. [...] Tutto questo avviene mentre alla nostra ala
sinistra crepitano le mitragliatrici nemiche. Son preso dal turbine
delle evoluzioni, né il cavallo vuole uscire dalle file e né riesco
a trattenerlo per portarmi in coda. Un razzo nemico si alza da poche
decine di metri. Il nostro squadrone mitraglieri entra in azione in
uno sforzo supremo e pieno di rassegnazione grido coi presenti il
fatidico “Savoia”
Cosa
sia mai avvenuto non lo so dire, perché non lo ricordo? Figlio mio
credo che il quadro assurdo mi abbia stordito, ti dico solo quadro
orrendo, orrendo. Un crepitio così gremito e un fischiar di
proiettili c'era tutt'intorno. Lascio un po' di spazio se mi
ricorderò in appresso.''
La
battaglia quindi, che impegno' la 3a Armata italiana e le forze
tedesche che cercavano di tagliare la linea di ritirata dopo
Caporetto, vede dopo due giorni di combattimento le forze italiane
che erano quasi annientate, ma la 3ª Armata era riuscita a ritirarsi
oltre il Tagliamento.'' La notte del 30 ottobre burrascosa e di
pioggia ininterrotta, passa relativamente tranquilla. La 2ª brigata
si stava preparando alla difesa, la 1ª, attaccata da forze nemiche,
era stata costretta a ritirarsi fino a Codroipo. Di fronte a questo
fatto il comando della 2ª armata ritenne, erroneamente, che la 14ª
armata nemica stesse marciando verso ovest, e decise un contrattacco
contro quella che riteneva l'ala sinistra del nemico. A Pozzuolo del
Friuli venne quindi avviata la brigata Bergamo (25° e 26° rgt di
fanteria), che era all'ala destra delle forze che stavano
contrattaccando. All’alba del 30 ottobre, pattuglie del Genova
cavalleria e dei Lancieri di Novara furono inviate in esplorazione e
segnalarono la presenza di nuclei nemici, armati di numerose
mitragliatrici, nella zona di Terenzano. Il primo contatto col nemico
fu preso da due pattuglie del Genova cavalleria, a nord di Pozzuolo.
Verso le 11,00, l'avanguardia della 117ª divisione tedesca,
proveniente da Terenzano, effettuò il suo primo attacco in forze, ma
venne respinta dalle mitragliatrici e dal 2° squadrone del Genova
cavalleria. Verso le 12,00 l’attacco venne rinnovato con maggiori
forze, ma fu ancora respinto, questa volta alla baionetta e un
successivo tentativo di aggiramento da parte delle forze tedesche fu
sventato con una carica del 4° squadrone del reggimento Lancieri di
Novara, comandato dal capitano Sezanne. La brigata Bergamo intanto
prese contatto con la cavalleria, dopo una marcia di cinque ore sotto
la pioggia battente. Il comandante della brigata (col. Piero Balbi),
dopo un colloquio con il generale Capodilista, in ossequio agli
ordini ricevuti ed alle informazioni che aveva avuto dal comando di
armata, fece proseguire i suoi uomini verso Carpeneto a nord ovest di
Pozzuolo, tenendo in paese un battaglione ed il suo comando. Alle
14,00 i reparti della Bergamo a nord di Pozzuolo furono attaccati
dalle forze della 5ª divisione tedesca. Contemporaneamente a
Pozzuolo affluivano unità della 60ª divisione di fanteria
austriaca, che, provenendo da est, affiancò la 117ª divisione, gli
attacchi delle due divisioni vennero sostenuti dal reggimento Genova
cavalleria fino alle 16,30, quando le truppe austriache e tedesche
riuscirono a superare la barricata che impediva l'accesso da
Terenzano. In questi combattimenti il tenente Carlo Castenuovo delle
Lanze del Genova cavalleria fu ferito a morte. Ancora una volta il 4°
squadrone del Lancieri di Novara caricò i nemici per respingerli.
Intervennero nella battaglia diversi civili che soccorsero i feriti o
si sostituirono a loro sulle barricate, tuttavia, nonostante tutti
gli sforzi dei cavalieri e della popolazione, alle 17,30 il nemico
riuscì a piazzare alcune mitragliatrici nelle case del paese,
rendendo insostenibile la posizione della brigata di cavalleria. Dopo
otto ore di combattimenti il generale Capodilista ordinò ai
reggimenti di rimontare a cavallo e di ripiegare su Santa Maria di
Sclaunicco. In testa ai reparti in ordine di combattimento alle 18,30
il generale Capodilista raggiunse la località. Ultimo a lasciare
Pozzuolo fu il 4° squadrone del Genova cavalleria, che, stretto da
presso dal nemico, effettuò un'ultima carica, in cui fu quasi
completamente annientato e perse la vita il suo comandante, capitano
Ettore Laiolo. Intanto anche la brigata Bergamo era costretta a
ripiegare su Santa Maria di Sclaunicco, lasciando molti prigionieri
in mano al nemico, compreso il comando della brigata, catturato a
Pozzuolo del Friuli.
La
resistenza nell'abitato cessò solo alle 19, dopo una difesa che lo
stesso nemico riconobbe valorosa. La 2ª brigata di cavalleria a
Pozzuolo la mattina del 30 ottobre inquadrava nei suoi ranghi 968
uomini fra ufficiali, sottufficiali e truppa, alla sera ne rimanevano
solamente 501, quindi fra morti e dispersi aveva perso quasi metà
dei suoi effettivi. Le perdite della brigata Bergamo non sono note,
ma comunque furono numerose. A questa battaglia è stata intitolata
la Brigata di Cavalleria di Pozzuolo del Friuli.
Fonti:
Commenti
Posta un commento