Dal diario di guerra del tenente Carlo Salsa
“Passato
l'Isonzo, i reggimenti furono scagliati contro questa barriera del
Carso. Falangi di giovani entusisti, ignari, generosi, contro questa
muraglia di pietre e fango. Il terreno conquistato era coperto di
morti; quasi tutti i reggimenti vennero pressochè annientati: non si
poteva andare più oltre, senza artiglieria sufficiente, senza
bombarde, senza nulla.
Ma
i comandi sembravano impazziti. “Avanti”. Non si può! “Che
importa? Avanti lo stesso.” Ma ci sono i reticolati intatti! “Che
ragione! I reticolati si sfondano coi petti o coi denti o con le
vanghette. Avanti!” Era un'ubriacatura. Coloro che confezionavano
gli ordini li spedivano da lontano; e lo spettacolo della fanteria
che avanzava, visto al binocolo, doveva essere esaltante. Non erano
con noi, i generali; il reticolato non l'avevano mai veduto. I nostri
soldati si fecero ammazzare così a migliaia, eroicamente, in questi
attacchi assurdi che si ripetevano ogni giorno, ogni ora, contro le
stesse posizioni”.
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