Guerra in montagna
Azaria
Tedeschi racconta combattimenti, vita in trincea, morti,
bombardamenti a
Val Terragnolo (TN) il 14 ottobre 1915.
Trentino
14.10.1915
[…]
I
comunicati ufficiali del 6 e 7 corrente hanno parlato di diverse
azioni svolte nel nostro settore. In montagna i combattimenti in
genere sono notturni o, almeno, nella notte si svolge la fase
iniziale, e un combattimento notturno ai tempi d'oggi ha più
l'aspetto d'una immensa festa pirotecnica. Se noi attacchiamo,
chiediamo all'oscurità di celare le nostre mosse, gli austriaci, che
si difendono, hanno bisogno che il terreno innanzi alle loro
posizioni sia ben rischiarato: l'ottengono usando i riflettori e
ricorrendo ai razzi luminosi, molti automatici. Innanzi alle loro
piccole guardie gli austriaci hanno steso una fitta rete di
fili sottili e quindi quasi invisibili di notte. Ognuno corrisponde a
un campanello che, sostenuto da una piccola molla a spirale, suona
lungamente a ogni piccolo urto, e a un razzo che per mezzo d'un
meccanismo semplicissimo s'incendia ad ogni scossa che trasmette il
filo e, arrivato a una certa altezza, libera un fuoco di
bengala di vario colore che, sostenuto da un paracadute, si ferma in
alto illuminando per 20 o 30 secondi, come se fosse giorno, un esteso
raggio.
Appena
questi segnali hanno dato l'allarme si sveglia l'artiglieria, le
mitragliatrici, i riflettori, e la battaglia inizia. La luce dei
riflettori taglia come un immenso coltello l'oscurità della notte
nebbiosa, colpisce gli occhi e ci lascia come abbacinati e
disorientati, i razzi si accendono e con la loro luce giallastra e
fredda creano – una petulante batteria austriaca mi ha interrotto
sparando sharapnls contro una piccola guardia, ma ho potuto vedere il
posto da dove sparava e lo ho comunicato a due batterie nostre che
ora stanno regalando la partita – riprendo sperando di poter
giungere alla fine, dicevo che creano, specialmente sulle cime più
alte, dei magnifici effetti lunari.
A
volte sul campo di battaglia sembra risplenda il sole, poi si ritorna
nell'oscurità che per l'illuminazione precedente sembra più fitta e
più paurosa. Ma non tutti i razzi hanno lo stesso colore: sono
bianchi, gialli, rossi e verdi, e la loro combinazione costituisce un
linguaggio convenzionale che permette di dare avvisi, di chiedere
aiuti, di dare ordini. (Altra interruzione per una pioggia di granate
in paese, stamattina tutto quieto, stasera gli austriaci sono
diventati noiosi ma innocui). Quando si rientra nel buio le posizioni
nemiche si vedono contornate da fiammelle azzurrognole e di durata
brevissima, come un fuoco fatuo: sono i fucili che sparano e assieme
a quelle fiammelle altre fiammate più grandi e luminose, sono le
fiammate delle artiglierie. E sulle nostre teste i sibili delle
pallottole, i fruscii rabbiosi dei proiettili di artiglieria di
piccolo calibro, quelli lenti, maestosi, con strani arresti e riprese
di suono, dei proiettili di grosso calibro s'incrociano, si fondono
in un mostruoso immenso boato. Quando sulle posizioni nemiche o
avanti alla sottile linea d'attacco con fragore di tuono cade qualche
proiettile di 280 o di 305 una enorme vampata altra anche
40-50 metri proietta al sua luce sanguigna tutto interno per un
raggio vastissimo; dopo qualche minuto comincia la pioggia dei sassi,
delle schegge di cui alcune pesano più di 50 chilogrammi.
L'esplosione di proiettili dei calibri più grossi da l'idea d'una
eruzione: chi è colpito viene fatto a brandelli.
Adesso
la linea d'attacco si è venuta sempre più ravvicinando e
raggruppando intorno all'obiettivo e le mitragliatrici sparano senza
interruzione, i nastri si consumano con una rapidità incredibile;
dove nasce lo scontro, razzi rossi convocano l'artiglieria e spesso
ai razzi rossi seguono i verdi che chiedono disperatamente soccorso.
Poi cessa il fuoco di fucileria, cessa il fuoco d'artiglieria e sulla
campagna ritorna la pace notturna interrotta solo dei gemiti doloroso
dei feriti. Ma la calma è di breve durata, subito ripiglia lo
scrosciare delle mitragliatrici e sui quei settori dove il contatto
tra gli avversari è immediato, tanto che i taglia-fili e la gelatina
esplosiva hanno già distrutto i reticolati, suona il grido “Savoia”
della fanteria che attacca alla baionetta.... Alla mattina le
fanteria si trova già trincerata sulle posizioni conquistate e la
lotta si svolge tra le artiglierie, che con odio si ricercano a
vicenda, con odio si accaniscono sui punti dove si vede ritirarsi la
fanteria avversaria. Questa lotta dura un giorno, due, tre, fino a
quando anche le artiglierie tacciono e gli austriaci si rassegnano a
considerare definitiva la nostra occupazione.
Insomma
quassù gli austriaci hanno ricevuto un buon colpo, malgrado le loro
trincee bellissime sulla strada tra C... e P... era stata costruita
una trincea che era un modello. Si solleva sul terreno di appena 20
centimetri, tanto per dare passaggio ai fucili per le feritoie, è
molto ben mascherata, sul blindamento è stato seminato del grano per
impedire che si possa scorgere da lontano la terra smossa.
Nell'interno la trincea ha tutta le comodità: le pareti e il
pavimento sono rivestite di tavole, i soldati avevano le loro
cuccette, le feritoie per mezzo d'una tavola a sportello possono
essere rinchiuse per ripararsi dal freddo notturno; tutto intorno è
sparsa paglia per potersi muovere non sentiti. Al posto del comandate
era stata costruita una comodissima sedia e la feritoia era stata
fatta in modo che si potesse scorgere tutto il fronte. Sotto alla
feritoia vi sono dei tiranti in corrispondenza con altrettante mine
messe per far saltare con la strada coloro che la percorrevano. Tutto
era stato previsto, a tutto si era provveduto divinamente, ma... gli
eroici difensori della trincea si diedero alla fuga prima che noi si
potesse e entrare nel raggio d'azione delle loro mine le quali io
scaricai il giorno successivo e l'esplosivo è stato utilizzato per
minare la strada nuovamente ma questa volta verso gli austriaci.
Cacciati
dalle altre borgate gli "alleati" si erano riuniti in P
.... e avevano trasformato quasi in fortezza il cimitero, la chiesa,
la scuola e alcune case. L'attacco di fanteria, non appoggiato
dall'artiglieria, avrebbe richiesto molti sacrifici perciò si pensò
di bombardare il paese. Questa soluzione gli amici non se
l'aspettavano: era la prima volta infatti che si faceva agire
l'artiglieria contro gli abitati. Il bombardamento si stabili per le
ore 15 e per le l4.30 io feci iniziare dalle mie piccole guardie il
fuoco in modo da simulare l'inizio d'un attacco di fanteria e
costringere gli austriaci a uscire dalle loro tane e disporsi per
respingere l'attacco. Abboccarono all'amo: vidi un austriaco che
scappava per mettersi in una cappelletta del cimitero: lo additai a
un aspirante e gli dissi: spari quando l'austriaco avrà oltrepassato
la scaletta e mi misi coi binocolo a guardare se l'avrebbe colpito,
ma il colpo tardava a partire: l'aspirante era molto emozionato, per
la prima volta tirava all'uomo: finalmente sparò e la pallottola
certo passò vicinissima al soldato che si butto a terra. Raggiunse
la cappelletta e non uscì più perché era preso di mira. Finalmente
si sente sulle nostre teste il caratteristico rabbiosa frullio dei
proiettili da 75. La prima granata cadde sul cimitero e fu subito
seguita da una raffica tremenda: tutti e quattro i cannoni sparavano
contemporaneamente e con la massima celerità. Nel cimitero muri,
lapidi, croci, saltavano in aria... La batteria allungò il tiro e la
pioggia di fuoco si riversò sulla chiesa... La polvere dei
calcinacci nascondeva in una cortina biancastra tutto il paese,
squarciata continuamente da alte fiammate. Gli austriaci si vedevano
fuggire come pazzi e i miei li bersagliavano col fuoco dei loro
fucili. Il tiro d'artiglieria fu allungato ancora e la scuola e la
cooperativa cominciarono a mostrare larghi squarci, e i muri
cominciarono a cadere, e dopo ancora la chiesa e il campanile
ritornarono ad essere il bersaglio della batteria. Gli austriaci
intanto nel massimo disordine si erano dati alla fuga e alcuni erano
andati a riunirsi dietro una bella villetta Mi faceva pena farla
diroccare, ma poi telefonai alla batteria che sospendesse il tiro
sulla chiesa e sparasse sulla villetta. Cessò per un istante il
fuoco, il tempo necessario per puntare i pezzi, poi uno sharapnel
passò sibilando e andò a scoppiare sul tetto della villa. Presto
diventò un rudere... apparteneva al dottor Cristoforetti il quale
certo non mi sarà molto grato.
La
fuga degli austriaci è stata addirittura un disastro: abbiamo potuto
trovare una quantità di materiale, zaini, coperte, cartucce, tubi da
tenda, due apparecchi telefonici, la cassaforte del comando ski,
viveri ecc. E una incredibile quantità di granate a mano Ce n'è
alcune di effetto tremendo: constano due bossoli di ferro, uniti
l'uno all'altro: nel più piccolo si trova la cartuccia d'un
esplosivo molto simile alla gelatina, nell'altro una quantità di
sbarre di ferro seghettate in modo da agevolare la loro rottura
all'atto dell'esplosione Vista carica la bomba rassomiglia a un
barattolo di cacao di circa mezzo chilo ma, facendola esplodere
diventa terribile perché il ferro si riduce in frantumi che sono
micidiali. Tutte queste bombe sono state raccolte e di esse sono
provvisti tutti i posti delle mie piccole guardie. In un sacco poi
c'era una gran quantità di cartucce dum-dum non rivestite cioè e
con la superficie segmentata. Ho raccolto anche una quantità di
vanghette, di più abbiamo trovato una vacca e un grammofono. Ora
posso dare la mattina il latte agli ufficiali del battaglione. Il
grammofono l'abbiamo sequestrato assieme a un centinaio di dischi e
ora credo che nessuno, nemmeno gli austriaci, potrebbero immaginare
che noi, che occupiamo le posizioni più avanzate, ci permettiamo
spesso il lusso di sentire un pezzo di musica...!
Le
perdite inflitte al nemico dal fuoco di artiglieria e fucileria sono
molto gravi. Abbiamo trovati indumenti intrisi di sangue e oggi poi e
stata trovato inzuppata di sangue la tenuta completa d'un tenente dei
Kaiserjager, i celebri cacciatori imperiali, le migliori truppe di
montagna di cui disponga l'Austria. Quel tenente sarà certamente
morto: era stato colpito all'addome e tutte le ferite all'addome non
perdonano.
Ora
noi siamo fermi sulle posizioni conquistate in attesa di riprendere
l'offensiva.
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