Venezia FC: La Nuova Venezia - Mateju? Garantisce Inzaghi, le parole magiche di Collauto -

Parola magica. Mattia Collauto vuole subito mettere tutti d'accordo: «Per Mateju garantisce Pippo Inzaghi». E allora i tifosi arancioneroverdi stiano pure tranquilli.«Da quando è andato via Mazzocchi abbiamo valutato una serie di opzioni che alla fine non ci hanno convinto del tutto», il direttore sportivo del Venezia presenta alla stampa l'ultimo innesto del calciomercato invernale. «Così abbiamo scelto Ales fra gli svincolati: non l'abbiamo valutato prima perché cercavamo un giocatore con caratteristiche tecniche più simili a Mazzocchi. Ma sotto l'aspetto dell'affidabilità, Zanetti ha guadagnato un elemento importante: è un terzino destro di esperienza internazionale, tatticamente intelligente e capace di adattarsi a vari sistemi di gioco. Proprio per questo, ora ci può dare una grossa mano. Come si è visto nelle ultime uscite il Venezia sta cambiando pelle. E Mateju ci permetterà di pensare alle partite in più modi. È pronto per questo gruppo».
IL PROFILO. Tocca al classe '96. «Sono stato un mese senza squadra ma nel frattempo ho continuato a lavorare in Repubblica ceca per farmi trovare in condizione», dice Mateju, «Poi ho avuto il Covid, ma in forma asintomatica e adesso sto bene. Posso giocare subito».In quale posizione preferisce? «Dove va meglio al mister», tutta la diplomazia del giocatore, «mi trovo a mio agio un po' ovunque. A destra, a sinistra, da centrale. Non ho questo tipo di problemi. E mi è bastata una chiacchierata con Zanetti, per scegliere il Venezia».
CARICA DA DERBY. Il percorso di Mateju negli ultimi mesi è stato piuttosto singolare: lo scorso 31 dicembre ha rescisso il contratto che lo avrebbe legato al Brescia per altri sei mesi, ma fino a quel momento è stato comunque un titolare inamovibile della squadra di Inzaghi oggi capolista in Serie B.«Le nostre strade si sono separate semplicemente perché ero in scadenza», spiega lui. «ho parlato con il direttore sportivo e mi hanno lasciato partire. Ora ho due obiettivi nella mia testa: salvare il Venezia e centrare i Mondiali con la Repubblica ceca», che a marzo affronterà la Svezia nel primo turno dei playoff.«In Serie A finora ho giocato una trentina di partite, trovando avversari di grande livello. Un'esperienza unica che voglio continuare con questa maglia. Pensiamo a fare punti, a partire dal derby di domenica in casa dell'Hellas Verona: sarà una gara tosta, ma anche noi abbiamo le nostre armi per fare il risultato. Questo ambiente lo merita: al Penzo ho già visto gente fantastica».
IN MISSIONE. «Il buon bottino contro Torino e Genoa ha senz'altro contribuito a ripristinare il morale», di nuovo Collauto, «ora è iniziato un campionato a parte e noi siamo lì, a galla. Dobbiamo avere pazienza, essere sul pezzo e avere la consapevolezza di potercela giocare fino all'ultimo. Ci vuole molta compattezza. È importante lavorare duro, curare i dettagli, mantenere lo spirito combattivo: perché è questo che ci porterà al traguardo. L'atteggiamento che tutti hanno apprezzato nei primi trenta minuti contro il Genoa», un Venezia arrembante, tonico, più volte vicino al 2-0, «è quello che vorremmo vedere sempre. E ci fa ben sperare per il futuro».Non c'è spazio per altre considerazioni. Questione Salernitana, ad esempio. «Si è già espresso il club», chiude il ds. , «Spero solo che sia garantito il corretto andamento del campionato: su quel che è successo finora dietro le quinte, di regolare c'è ben poco. Vedremo cosa dirà la giustizia. O l'ingiustizia. Ma la squadra deve pensare solo al campo». C'è un derby da vendicare.
Francesco Gottardi
«Il Verona al Bentegodi è micidiale. Venezia, fai attenzione a Simeone»
Due anni a Verona, due anni a Venezia, due promozioni in Serie A. Antonio Marasco ha legato le sue quattro stagioni in Veneto, tra il 1998 e il 2002, a Cesare Prandelli, poi ha fatto parte del gruppo di giocatori arancioneroverdi caricati sui pulmini a Pergine Valsugana e trasferiti a Longarone, dove stava effettuando il ritiro il Palermo, appena acquistato da Maurizio Zamparini. Verona-Venezia è il derby di Antonio Marasco, 52 anni compiuti il 19 febbraio, napoletano di Torre Annunziata, ex allenatore di Savoia, Aversa Normanna e Gragnano: 62 presenze e 4 reti con i gialloblù (di cui una in Serie A contro il Lecce), 76 presenze e 2 reti (in Serie B contro Empoli e Monza) con gli arancioneroverdi. «Devo molto a Prandelli», ha ricordato Antonio Marasco, «mi ha permesso di crescere come calciatore e come persona, di vivere le tappe più esaltanti della mia carriera di calciatore, di poter giocare in Serie A. Credo che se Zamparini non lo avesse esonerato dopo poche partite, forse il Venezia si sarebbe salvato. Va dato atto al presidente, da poco scomparso, che conosceva molto bene il calcio, avrebbe potuto andarsene dal Venezia in maniera meno traumatica, ma ha dato molto al calcio italiano, scoprendo tanti giovani che poi sono diventati campioni». Zamparini lo portò anche a Palermo. «Ci rimasi pochi mesi, andavo d'accordo con Glerean, ma venne esonerato, litigai con Arrigoni, il suo successore, e a gennaio, d'accordo con il direttore sportivo Foschi, me ne andai. Mi voleva il Napoli, non se ne fece niente, ma tornai in A a Modena». Marasco arrivò al Venezia nell'estate del 2000, al seguito di Prandelli, grimaldello per convincere Pastorello a liberare l'allenatore di Orzinuovi. «Ero in Sardegna, in vacanza, credevo di rimanere al Verona e invece mi ritrovai in laguna, dove ottenni un'altra promozione». Successore in mezzo al campo di un altro "cagnaccio", Beppe Iachini, che poi sarà suo allenatore. Verona-Venezia, un derby con formazioni che hanno obiettivi diversi. «La squadra di Tudor sta disputando un ottimo campionato, mi auguro che possa centrare la Conference League, ha dimostrato di poter mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Il Venezia ha avuto un lungo periodo in cui non ha conquistato tanti punti, bruciando il vantaggio che aveva a novembre sul terz'ultimo posto. Adesso ha ripreso a far risultato, può centrare la salvezza ruotando attorno a un allenatore bravo come Zanetti, come facemmo noi a Verona con Prandelli». Chi potrà decidere il derby? «Il Verona al Bentegodi è micidiale, credo che il Venezia dovrà fare attenzione a Simeone, che non sta segnando da tante settimane, ma i due giocatori più in forma sono Barak e Caprari, mentre nella squadra di Zanetti punto sulla continuità che sta trovando Henry». Chi mi assomiglia? «Sono passati vent'anni da quando giocavo in Serie A, il calcio è cambiato tantissimo. Penso soprattutto Tameze, che sta trovando a Verona quella continuità che non aveva trovato all'Atalanta». Pronostico apertissimo. «Un derby sfugge a qualunque logica, non credo che sarà pirotecnico come quello di Sant'Elena.
Michele Contessa
Zanetti si affiderà ancora alla difesa a tre
Senza squalificati per Verona, qualche recupero. Ebuehi ancora fuori, Lezzerini lo sarà sino al termine del torneo. A due giorni dalla sfida del Bentegodi Paolo Zanetti potrà avere la rosa quasi al completo. Rispetto al pareggio interno contro il Genoa, stavolta ci saranno Busio e Okereke, reduci dal turno di squalifica, mentre Ebuhei ne avrà ancora per qualche settimana prima di rivederlo in campo dopo il problema muscolare. Sigurdsson è ancora in Islanda a curarsi il ginocchio e il rientro a Venezia è previsto per la prossima settimana. C'è Mateju, arrivato da pochi giorni e reduce dalla positività al Covid. Si allena ancora a parte Kiyine.Dunque per la gara di dopodomani, Zanetti potrebbe ancora puntare sulla difesa a tre ma non è detto che si ritorni a quella a quattro. Di certo, Caldara e Ceccaroni saranno in mezzo al reparto e su chi li affiancherà, molto difenderà dal modulo. A centrocampo, potrebbe rivedersi Vacca dal primo minuto e pure Cuisance dovrebbe essere riconfermato. In attacco, Henry, reduce dal gol contro il Genoa, è sicuro di un posto. Alle 17 sono stati sottoscritti 524 mini abbonamenti. L'arbitro sarà da Sacchi di Macerata. Alessandro Ragazzo

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