Il discorso del capitano

Severino Bartalini racconta combattimenti, disciplina militare, fuoco amico, resa a Monte Fior (VI) il 22 novembre 1917. 
Dopo la rotta di Caporetto il 74° fanteria, di cui Severino Bartalini fa parte, viene rischierato in prima linea.

Ci portarono sugli alti piani di asiago e ci misero nelle Baracche a Campo mezza via qui si stiede 5 giorni per aspettare il rinforso e ci mandarono i riformati per statura i quali non sapevano ne caricare il fucile nulla e la sera stessa si dove partire per recarsi in linea a Monte fiore come infattici si mise in cammino con la neve per fino al ginocchio e ci si portò in linea non appena giunti la 4 Compagnia con protone d’assalto dove andare all’assalto e rimase tutta prigioniera.

Allora il nostro buon capitano vero padre di famiglia riunisce tutti noi anziani e dice queste parole son tre anni che sono in guerra e ho sempre saputo dare coraggio e darmi coraggio e ora poi mi son perso del tutto domani mattina appena giorno bisogna andare all’assalto e vi prego di tirare avanti questi nuovi e caricargli il fucile e insegnarli per fino si pole e tenete ammente che il Capitano festa in questa avanzata così difficile va avanti e si restera o morti tutti in sieme o prigionieri ma in dietro non si torna, come in fatti la mattina non appena l’alba il buon capitano ci dispone per l’avanzata e guida adalta voce avanti. Andando avanti si principiò a fare dei prigionieri e noi sempre dandosi coraggio si avanzava tra pallottole di fucile bombe e palle di mitragliatrici giunti a un certo punto poi si cadeva per terra tutti uccisi dai nostri soldati che erano venuti di rinforso prechè fra la mischia non erano buoni a Distinguere noi dagli austriaci Il nostro capitano visto che ebbe questo grido di arrendersi come in fatti ci arrendiamo e ci si diede forzatamente prigionieri non appena giunti al sicuro si cominciò a medicare i feriti i quali avevano proseguito noi e si vide che erano ferite tutte di palla italiana.

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