Fino alla triste vittoria

Aldo Bardi racconta combattimenti, azioni, decorazioni a Candelù (TV) il 15 giugno 1918
Il 15 giugno 1918 il Reggimento trovavasi schierato in 1^ linea (fronte Candelù) e si riceveva il cambio dal 202° Fanteria, quando allo ore 3 il nemico iniziò un infernale bombardamento - ed innumerevoli eran le granate cariche di gas lagrimogeno che ci causarono inaudite sofferenze oltre all'aver imposto l'applicazione della maschera antigas, per diverse ore = alle ore 7 le orde nemiche sferrarono l'attacco. Il mio Reggimento fu duramente provato però arginò e respinse l'avanzata nemica fin dal suo inizio.
Io condivisi il destino di tutti e però il pericolo che più volte mi minacciò, non compromise la mia incolumità.
Anche in quell'occasione mi fu possibile di compiere il mio dovere senza subirne conseguenze.
Tutti sapemmo compiere il nostro dovere perché tutti sapevamo che la difesa sul Piave era per noi vitale ed il nemico inutilmente cozzò contro la nostra resistenza.
La mia Brigata (Sesia) fece 1500 prigionieri - le perdite furon però dolorose - solo il  mio Reggimento quasi 1700 = tutto fu però conseguenza dell'alt imposto al tracotante nemico e quindi sacrificio eroico ben giustificato.
Per il contegno che tenni durante quell'azione fui proposto per una medaglia di bronzo al Valor Militare con il rapporto sul fatto e motivazioni che trascrivo integralmente:
- Descrizione succinta del fatto -
"Nella nottata sul 15 giugno il Comando di Reggimento lasciava il Comando della linea per portarsi al Comando dei rincalzi - durante il trasferimento si sferrava il bombardamento nemico che paralizzava ogni movimento.
Il sergente maggiore Bardi Aldo addetto al Comando tattico del Reggimento, rimasto coi materiali e documenti del Comando al posto di linea, con ammirevole calma e coraggio - sprezzando il pericolo a cui si esponeva, conscio dell'importanza del suo mandato - dimostrando di non aver altra preoccupazione che quella di raggiungere il suo Comando, ne curava personalmente il trasporto alla nuova sede e riusciva a porre tutto in salvo permettendo così l'immediato e regolare funzionamento del Comando. Volontariamente e molto efficacemente contribuì al riordinamento drappelli di sbandati e funzionamento recapito ordini."
- Motivazione -
"Sottoufficiale al Comando tattico di Reggimento, già provato in innumerevoli combattimenti, durante cruenti attacchi nemici e furioso bombardamento - dando prova di coraggio ammirevole e di alto sentimento del dovere, conscio dell'importante suo mandato, si esponeva a serio pericolo nel percorrere un buon tratto di terreno battutissimo, per curare il più sollecito trasporto di materiali e documenti del Comando dalla 1° alla 2° linea, permettendone così l'immediato e regolare funzionamento. Seppe rendersi prezioso aiuto nel riordinare drappelli di sbandati e nel facilitare il recapito ordini"
I pochi resti del 201° (appena 600) furon portati in territorio della 4° Armata =quasi 2000 complementi colmarono i vuoti ed il Reggimento nuovamente in efficenza, si trasferì nel basso Piave ed occupò la linea del Piave Nuovo all'altezza di Capo Sile io mantenni sempre il disbrigo delle mansioni tattiche rimanendo come sempre, esposto ai comuni disagi e pericoli = malaria non esclusa = e si giunse così agli ultimi ottobre 1918 - giorni radiosi che decretarono la riscossa delle nostre armi - la nostra fulgida vittoria.
Il 30 ottobre si passò il Piave ed avanti sempre avanti, attraverso il Veneto liberato - attraverso il Carso - attraverso l'Istria.
Il 30 stesso, a Ceggia, s'incontrarono le prime povere genti nostre che per 12 mesi avevano sofferto il tremendo dominio nemico = quanto impresse eran né volti di tutti - le tracce del patimento sofferto! con esplosione d'entusiasmo accolsero il passaggio nostro e la voce di tutti, ci salutò liberatori.
Il nemico irreparabilmente sconfitto ed incalzato dal nostro inseguimento - stanato - fuggente, si arrendeva; il giorno 4 novembre eravamo schierati sulla riva destra del Tagliamento - quando ci fu comunicato ufficialmente l'accordato Armistizio, che ebbe effetto dalle ore 15; gli animi di tutti accolsero la notizia con giubilo - ma l'entusiasmo fu molto contenuto - poiché la solennità dell'ora - le viventi tristezze della regione, non consentivano altrimenti.

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