O caporale o ardito

Ubaldo Baldinotti racconta disciplina militare a Farra d'Isonzo (GO) il settembre 1917
Finito il periodo di riposo a Gradisca ci trasferimmo a Farra d'Isonzo e li ci attendammo, in un bel prato eravamo già alla fine del mese di Agosto, e in questa località si attendeva che giungessero i soldati, per riformare il numero delle compagnie, e per formare il numero occorrente per rimpiazzare, alle grandi perdite subite.
Dopo qualche giorno arrivarono i soldati di complemento come venivano chiamati, e fra questi ce n'erano parecchi che erano assai giovini delle classi 1897 e 1898, come pure, c'erano parecchi di classe anziana, di richiamati, come me, ma che erano parecchio più anziani.
Li a Farra d'Isonzo ci trattenemmo in attesa, che giungesse l'ordine di ritornare in trincea, ci facevano fare delle piccole marce, e delle istruzioni per addestrarsi all'assalto alla baionetta, il comandante del battaglione era un maggiore Fiorentino e si chiamava cav. Tani, era un tipo molto serio ma era altrettanto giusto, e voleva bene ai soldati ma era inflessibile con quelli che non facevano il suo dovere.
Prima di ritornare in trincea, il comandante la mia compagnia mi chiamò e mi comunicò, che egli aveva deciso di promuovermi, al grado di Caporale, e che se io non avessi accettato, la sua proposta rifiutandola, mi avrebbe trasferito a un battaglione d'assalto, dicendomi sta a voi lo scegliere, e fra dieci minuti attendo la vostra risposta.
Veramente quanto al grado di caporale io non ci tenevo, e sarebbe stato mio desiderio rimanere soldato semplice, ma d'andare a finire in un battaglione d'arditi, sapendo bene che sarebbe stata una cosa molto pericolosa, dopo essermi consigliato con il sergente Pazzoni che dormiva nella tenda insieme a me, il quale mi consigliò di accettare la proposta fattami dal Capitano, dicendomi prendi i galloni di caporale, perché se tu vai in un battaglione d'assalto, con più facilità e più alla svelta ci lascerai la vita.
Il sergente venne con me dal comandante la compagnia, il quale fù molto contento che io avesse accettato la sua proposta, e mi appuntò i galloni sulla manica della giacca poi tanto a me che al sergente ci offrì del vermout e qualche biscotto, rimanemmo ancora diversi giorni in codesta località, ed eravamo già oltre la metà di settembre.

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