Venezia FC: Il Gazzettino - Calcio a luglio rebus giuridico -
Per il Venezia, se anche l'emergenza-coronavirus dovesse rientrare in tempi tali da alimentare la speranza di salvare l'annata calcistica, sarà comunque tutt'altro che in discesa la strada per arrivare al traguardo della Serie B. Tanti, forse troppi i nodi che dovranno sciogliere i vertici del pallone professionistico italiano, tutti concordi qualora l'allarme per la salute smettesse di suonare nel riprendere i campionati e portarli a termine entro il 30 giugno (ultimo giorno della stagione 2019/20) o se necessario sforando nel mese di luglio.
LE RESTRIZIONI
Come l'ultimo decreto del premier Giuseppe Conte possa incidere su queste speranze lo spiega Gianmaria Daminato, membro del consiglio direttivo nazionale Aias (Associazione italiana avvocati dello sport). «Innanzitutto è fondamentale che il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina la premessa dell'avvocato Daminato abbia raccomandato a tutti i soggetti coinvolti di restare uniti, cercando cioè di evitare che tra le Leghe ci fosse quell'autonomia che determinerebbe corse separate. Ciò premesso pare evidente che le ultime restrizioni del Governo dovranno coinvolgere anche i club professionisti, essendo i calciatori come categoria molto esposti alla trasmissione veloce del virus». Un esempio pratico, i tesserati arancioneroverdi si allenano a Mestre ma risiedono all'esterno del comune di Venezia. «Lo spostamento da comuni diversi è concesso solo per indifferibili e comprovate esigenze lavorative, e per uno sportivo professionista la gara sarebbe tale. Qualche club voleva riprendere la preparazione in questi giorni, tuttavia il dover mantenere la condizione, che è finalizzata alla partita, in questo momento incontra delle limitazioni notevoli, essendo le competizioni non più in corso».
Altri due problemi riguardano i contratti dei giocatori, tant'è che alcune società vorrebbero sospendere il pagamento degli stipendi dal mese di marzo. Inoltre, restando al Venezia, ben 10 elementi in rosa sono arrivati la scorsa estate o a gennaio con la formula del prestito fino al 30 giugno 2020, di conseguenza non potrebbe esser schierati a luglio. «La questione del salario è già stata sollevata da club che vorrebbero discutere sul diritto alla retribuzione, ma l'Assocalciatori per ora dice di voler capire prima gli scenari di questa stagione che di fatto potrebbe saltare. Quello dello sforamento a luglio è invece un aspetto sottovalutato da tutti, perché ci sarebbero problemi di tesseramento, con contratti in scadenza o prestiti da riomologare. Senza scordare gli aspetti assicurativi e le ferie a cui ciascun professionista ha diritto. Attenzione che per portare avanti questa stagione non si complichi troppo la prossima». Ai piani più alti si giocherà poi la partita sui diritti televisivi. «Sky si trova a non poter trasmettere la Serie A e quindi rimette sul tavolo la questione del pagamento alle Leghe, magari i playoff-scudetto potrebbero diventare una formula appetibile per salvare il salvabile. Una cosa è certa aggiunge Daminato in questa vicenda l'autonomia normativa e decisionale dello sport deve venire meno, anche perché le tutele devono riguardare pure i tanti lavoratori subordinati (magazzinieri, fisioterapisti, personale amministrativo) che escono dall'ambito sportivo in senso stretto. Significativo il modello francese, dove i team di Ligue1 (come Lione, Amiens, Montpellier, Nimes, ndr) hanno messo fino a nuovo avviso tutto il personale sportivo in disoccupazione parziale, sistema che prevede un'azione congiunta dello stato e dei club stessi per garantire loro il 70% del salario lordo».
Marco De Lazzari
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