Monte Zovetto
"Fallito
l’assalto, mentre ancora i nuclei di fanti nemici calano
scompigliati dalle pendici dello Zovetto, l’artiglieria condensa il
tiro sulle trincee.
E’
un picchiar sonoro sul monte, il martellare di un maglio ciclopico,
un diroccare di massi divelti dall’alveo, uno schianto d’alberi
spezzati e l’odore acre della polvere e lo sfasciarsi del granito
che ricade in pioggia di frammenti moltiplicanti l’effetto
dell’esplosioni. Un fumo acre e pesante, una nube larga più di 400
metri avvolge ogni cosa e concorre a dare al tremendo panorama
l’aspetto di una bolgia infernale.
Questa
infatti non è più guerra di uomini ma di demoni: eppure i nostri
resistono… Quando tuona il tremendo cannone, l'istinto fa sì che
anche gli uomini più coraggiosi si rannicchino in fondo ai ricoveri,
ma i difensori dello Zovetto non hanno più nulla di umano".
Valentino
Coda
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