Le esperienze di Daisaku Ikeda
Talvolta
leggendo le esperienze dal nostro maestro, Daisaku Ikeda, può
capitare di pensare che le abbia realizzate per una sua specifica
peculiarità , che noi non abbiamo.
Eppure
studiando la sua vita comprendiamo che le nostre fragilità le ha
vissute anche lui.
Anche
lui ha faticato a praticare correttamente , a essere costante.
Anche
lui ha impiegato tempo a Imparare Gongyo. Lo racconta nel Diario
giovanile ( Esperia,2019).
E'
il 1949 quando iniziai a scriverlo.
Ha
ventun anni ed è trascorso un anno e mezzo dall'incontro con il suo
maestro Josei Toda.
Da
allora, per 11 anni,fino al 1960 il giovane Daisaku annota i suoi
pensieri. « Le mie condizioni fisiche sono piuttosto malandate.
La
salute prima di tutto. Gongyo è l'unico mezzo per migliorarla»,
scrive il 4 dicembre del 1949 mentre la tubercolosi lo tormenta.
L'anno successivo va a vivere da solo e racconta: « La signora che
abita accanto a me mi ha ripreso perché ho fatto Gongyo tardi la
notte disturbando le altre persone che dormivano».
La
guerra è finita da poco. Uragani e nubrifagi si abbattono sul
Giappone. L'economia è in crisi e il cibo scarseggia. Ma Ikeda non
molla. A gennaio del 1951 affina i suoi obiettivi e tra questi c'è:
« Portare avanti una pratica costante di Gongyo mattina e Gongyo
sera». Il mese successivo lo ribadisce: « Sono giunto alla
conclusione che l'unica cosa che posso fare è [...] non trascurare
mai la pratica di Gongyo perché è la forza trainante per tutte le
attività della nostra vita». Le sue condizioni fisiche non
accennano a migliorare e allora rilancia: « Devo fare Gongyo mattina
e Gongyo sera in modo completo e corretto, perchè è solo cosi che
posso comprendere chiaramente la causa del mio problema».
Ogni
avvenimento della sua vita lo riconduce alla pratica.
Anche
quando sogna:
«Un
incubo mi ha svegliato.
Un
sogno di morte.
[...]
Sto riflettendo seriamente sulla mia incapacità di fare un Gongyo
perfetto».
I
primi benefici si manifestano:
«Mi
sembra - scrive - di essere in salute e di buon umore [...] Non devo
trascurare Gongyo». Nonostante gli costi fatica, non retrocedere: «
Gongyo mattina è veramente un momento cruciale perchè determina la
vittoria o la sconfitta della giornata, se questo nostro giorno di
vita sarà un giorno di prosperita' o di declino».
Nel
frattempo muoiono il suo maestro e il suo papà.
Pochi
giorni prima della nomina a terzo presidente della Soka Gakkai, tra
le sue ultime determinazioni annota:
«Baserò
tutto su Gongyo».
Da
allora il Buddismo è fiorito in 192 paesi del mondo.
Tratto
da : Buddismo e Società n° 200
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