La trasformazione profonda di ogni avversità e del nostro stato vitale
Più
mi dicono che è impossibile fare una determinata cosa, più si
rafforza in me la determinazione a realizzarla” afferma
sorridente la futurologa americana Hazel Henderson, con cui ho
scritto un libro in forma di dialogo.
Mentre
avanziamo per realizzare al meglio la nostra missione è naturale che
sorgano ostacoli e difficoltà.
Ma
più critica è la situazione in cui ci troviamo, maggiore sarà il
coraggio che dovremo risvegliare per affrontarla.
La
Henderson condivide profondamente questo spirito positivo, radioso
come il sole, con le donne della Soka Gakkai.
Vogliamo
lasciarci inghiottire dalle angosce e dalle avversità che
incontriamo, oppure decidiamo di respingerle e vincerle?
Questa
è la seria lotta che deve essere affrontata sia nella vita
individuale che nella società.
Il
superamento di qualsiasi prova in cui ci imbattiamo e la
trasformazione profonda di ogni avversità e del nostro stato vitale,
che si eleva fino a dominare orizzonti ancora più estesi, sono
manifestazioni del principio della trasformazione del veleno in
medicina, quel "dramma" capace di infondere una gioia
immensa nella vita di tutte le persone.
Nichiren
Daishonin, riferendosi al Trattato sulla grande perfezione della
saggezza di Nagarjuna e al Significato profondo del Sutra del Loto
del Gran Maestro T'ien-tai, pensando alle persone che vivono
nell'Ultimo giorno della Legge dominato dalle cinque impurità e
dalle dieci azioni malvagie, dichiarò: «Che cosa significa
trasformare il veleno in medicina? Significa trasformare i tre
sentieri (delle illusioni e dei desideri, del karma e della
sofferenza) nelle tre virtù (del corpo del Dharma, della saggezza e
dell'emancipazione)» (WND, 2, 743).
Nam-myoho-renge-kyo
è il potere supremo che consente di trasformare qualsiasi illusione,
karma e sofferenza nello stato vitale e saggezza del Budda, ottenendo
benefici.
Non
esiste karma che non possa essere trasformato.
Grazie
a questa luce di speranza non c'è motivo di lamentarsi e tanto meno
di rassegnarsi.
Daisaku
Ikeda - N.R. n. 442
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