La grande battaglia navale creata da Augusto

Nell’anno 2 a.C, Augusto, figlio adottivo del divino Cesare, decise di lasciare un segno indelebile nella storia degli uomini e degli dèi. Per celebrare l’inaugurazione del tempio di Marte Ultore, il vendicatore, egli ordinò che sorgesse nel Campo Marzio, accanto al sacro Tevere, un bacino artificiale di proporzioni titaniche: cinquecento passi per trecento, lungo quasi quanto il Circo Massimo, ma largo due volte e mezzo.
In questo immenso lago, le acque si animarono sotto il clangore delle armi e il vento delle vele: una naumachia grandiosa prese vita, con una trentina di navi pronte a scontrarsi, mentre il popolo di Roma assisteva, rapito, all’eco di battaglie leggendarie. I due schieramenti, vestiti come Ateniesi e Persiani, rievocavano lo scontro epocale di Salamina del 480 a.C., ma sotto la superficie si celava un’altra storia: quella di Augusto contro Cleopatra e Antonio, la vittoria di Azio che aveva cambiato il volto del mondo nel 31 a.C..
Il tempio stesso, promesso da Ottaviano per vendicare la morte di Cesare, fu inaugurato il 2 agosto, lo stesso giorno in cui, anni prima, l’erede di Cesare aveva trionfalmente varcato le porte di Alessandria. Così, sulle acque del Campo Marzio, si celebrava non solo la gloria di Roma, ma la supremazia dell’Occidente sull’Oriente.
In quel giorno, Roma non fu soltanto spettatrice, ma protagonista di un mito che avrebbe attraversato i secoli, e il nome di Augusto risuonò come quello di un dio tra gli uomini, signore delle acque e dei destini.

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