La rivoluzione dei piccoli gesti

Qualche volta ci si convinceva che il bello dell'estate era che finisse: succedeva soprattutto quando il caldo non aveva dato tregua per mesi interi, portando con sé serate così roventi da rendere superfluo il lenzuolo, insopportabile persino, o quando un amore, che sembrava nato per durare per sempre, non era riuscito a sopravvivere al cambio di stagione; oppure, ancora, quando si sentiva la mancanza della scuola o del lavoro, e quella routine era l'unica ancora di salvezza. Ma c'erano estati, invece, che non avrebbero dovuto finire mai. Capitava quando si imparava a ballare, rendendo le notti insonni un pretesto per momenti indimenticabili, o quando gli innamoramenti nati in spiaggia promettendosi di continuare riuscivano a mantenere la promessa; o, ancora, quando lo studio o il lavoro sembravano soltanto l'epilogo di mesi spensierati e luccicanti. E, forse, la cosa più entusiasmante era che il mondo non si curava di niente, e dopo ogni estate regalava un nuovo autunno.
Adele Chiabodo

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