La conquista del Passo della Sentinella

Alle ore 21.30 del 15 aprile 1916 il plotone dell’aspirante ufficiale Lunelli e quello del tenente Leyda, unitamente ad un nucleo del genio minatori, in fila indiana, iniziarono, in assoluto silenzio il movimento sul nevaio verso il Pianoro del Dito che raggiunsero alle ore 5 del mattino, dopo aver superato numerose difficoltà alpinistiche. Tutti i soldati erano equipaggiati con una tuta di tela bianca, cappuccio e guanti di lana, anche le armi furono rivestite con tela bianca per adattarle all’ambiente innevato. Dopo la riuscita occupazione del Pianoro, verso le ore 5.30, iniziò l’attacco vero e proprio disposto dal lancio di un razzo rosso partito dal Sasso Fuoco, sede del comando di battaglione. Le artiglierie del Crestone Popèra e di Monte Popèra, le mitragliatrici posizionate sul Sasso Fuoco iniziarono il tiro contro i difensori del Passo della Sentinella e sull’osservatorio della Croda Rossa. Ai cannoni del Popèra si unirono i grossi calibri di Monte Croce Comelico. Contemporaneamente i plotoni alpini dal Pianoro del Dito e da Cima Undici aprirono il fuoco con le mitragliatrici e con
lancio di bombe sulle postazioni del Passo della Sentinella costringendo il presidio a rintanarsi nei ricoveri. Nel frattempo alcune squadre di alpini della 68ª Compagnia del Battaglione “Pieve di Cadore” mossero all’occupazione delle quote 2802 e 2644 del Costone situato a nord di Cima Undici al fine di evitare l’afflusso di rincalzi nemici dall’alta Val Fiscalina. Dopo alcune ore di tenace resistenza il presidio austriaco del Passo, verso le ore 13.30, completamente circondato e martellato dal fuoco delle mitragliatrici e dei cannoni, dovette cedere le armi agli alpini del sottotenente Piero Martini del Battaglione “Fenestrelle” e agli alpini del capitano Giovanni Sala che si precipitarono a valanga, con corde, sul Passo lungo il ripidissimo canalone nevoso della parete est di Cima Undici. L’ardimentosa discesa degli alpini, denominati dal capitano Sala “Mascabroni” (che nel gergo dell’ufficiale voleva dire “gente rude, ardita, noncurante dei disagi e anche un po' spavalda e brontolona, ma sempre generosa e pronta a dare in qualunque momento il proprio sangue per la Patria e per i compagni”), fu travolgente e molto efficace ai fini dell’impresa. Merita ricordare quanto scrisse a proposito Oswald Ebner valoroso ufficiale del 2° Reggimento Kaiserjäger del Tirolo sulla Croda Rossa: “La notizia della caduta del Passo della Sentinella capitò come un fulmine presso i Comandi di Val Pusteria. Nessuno aveva mai pensato che si potesse intraprendere una impresa così audace e di così vaste proporzioni, né i Comandi, né i combattenti alla fronte”. La conquista del Passo della Sentinella fu un’impresa alpinisticamente memorabile sia per l’imponenza dell’ambiente costellato di torri, pareti strapiombanti, forcelle, camini, nonché per le estreme condizioni del clima, sia per la formidabile posizione difesa dall’avversario.
La conquista del Passo della Sentinella fu un’impresa alpinisticamente memorabile sia per l’imponenza dell’ambiente costellato di torri, pareti strapiombanti, forcelle, camini, nonché per le estreme condizioni del clima, sia per la formidabile posizione difesa dall’avversario. L’operazione portata brillantemente a termine su una regione morfologicamente asperrima e fortemente innevata fu resa possibile per il valore, la tenacia, l’abnegazione, la genialità, lo spirito di sacrificio di quel gruppo di eroici Soldati che per tre lunghi mesi, sfidando ogni giorno le mille insidie del nemico e della natura, prepararono l’impresa con ammirabile entusiasmo e insuperabile perizia. Per complimentarsi con gli eroici Soldati che conquistarono il Passo della Sentinella, il giorno dopo, giunse a Santo Stefano di Cadore, presso il comando della divisione, Vittorio Emanuele III, re d’Italia. Per aver concorso molto efficacemente al brillante esito dell’impresa, al giovane aspirante Italo Lunelli, ardente irredento trentino e bravissimo alpinista venne concessa la Medaglia d’Oro al Valore Militare. Concludo questo mio scritto con l’augurio e la speranza che il popolo italiano non dimentichi i grandi sacrifici e il valore di un’ intera generazione di giovani Soldati caduti per la Patria e che il loro sacrificio continui sempre a vivere nei nostri cuori. Essi meritano la nostra ammirazione e il nostro reverente ricordo.
Ebner Oswald, La guerra sulla Croda Rossa – Cima Undici e Passo della Sentinella 1915 – 1917, Mursia, edizione italiana a cura di Luciano Viazzi, Milano, 1983.


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