La chiave della meraviglia
Che
belle le espressioni che descrivono l’indescrivibile. Myo è una di
quelle. «Cosa significa myo? È semplicemente la misteriosa natura
della nostra vita di istante in istante, che la mente non riesce a
comprendere e le parole non possono esprimere» (Il conseguimento
della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 4). Myo identifica
l’inspiegabile materia della meraviglia della vita. L’aspetto
mistico delle cose. Mistico in questo caso non significa “magico”,
ma parla di una verità che, seppure reale, sfugge alle categorie
della logica e ai limiti delle parole. È la sorpresa che pare
sbucare dove non te la immagini. Come i fiori che sbocciano e, anche
se sai che la primavera li fa sbocciare, a ogni primavera ti
sorprendi. Myo ha tre significati prevalenti. Il primo è “aprire”
o “schiudere”. È il modo di accedere alla ricchezza della Legge
mistica senza passare per la ragione. Anzi saltandola, perché la
ragione comprende ciò che è ragionevole e myo invece schiude il
mistero. Quale mistero? Il tesoro della Buddità, racchiuso nel
forziere del nostro cuore, che ha bisogno di essere sprigionato
perché liberamente possa agire nella nostra vita. «Prima della
predicazione del Sutra del Loto, le persone dei nove mondi erano come
piante e alberi in autunno e in inverno. Ma quando il singolo
carattere myo del Sutra del Loto cominciò a risplendere su di loro
come il sole primaverile ed estivo, sbocciò il fiore
dell’aspirazione all’Illuminazione e apparve il frutto della
Buddità o rinascita nella pura terra» (Il Daimoku del Sutra del
Loto, RSND, 1, 128). Il secondo significato è “pienamente dotato”.
Myo rappresenta la completezza della vita. Non ci manca nulla per
essere felici. Felici di quella felicità assoluta che scaturisce del
semplice fatto di essere in vita. «Myo […] è come una goccia del
grande mare che contiene in sé tutta l’acqua di tutti i fiumi che
vi sfociano e come il gioiello che esaudisce i desideri che, sebbene
non sia più grande di un seme di senape, è in grado di elargire a
profusione tutti i tesori di ogni gioiello che esaudisce i desideri»
(Ibidem). Ogni singolo frammento contiene l’interezza. Ogni
brandello dell’universo è parte dell’universo tutto. Ogni
persona possiede la piena capacità di vivere un’esistenza felice e
creativa. Se solo accede alla propria potenzialità. Con myo. Il
terzo significato è “rivitalizzare”. Vale a dire sentire la vita
nella linfa che la nutre. «Per esempio, quando il piccolo della gru
gialla muore, se la madre invoca il nome di Tzu-an, il figlio morto
resuscita. Oppure si dice che i pesci e i crostacei morti perché un
uccello velenoso chiamato chen è entrato nell’acqua, se vengono
toccati con un corno di rinoceronte, ritornino tutti in vita. Allo
stesso modo le persone dei due veicoli, gli icchantika e le donne
che, secondo i sutra anteriori al Sutra del Loto, hanno ucciso,
bruciandoli, i semi che avrebbero loro permesso di diventare Budda,
se abbracciano il singolo carattere myo possono rivitalizzare i loro
semi bruciati della Buddità» (Ibidem, 132). Nel carattere myo di
Nam-myoho-renge-kyo, risiede questo immenso potere benefico. Ridare
vita a qualcosa che sembra non poterne più avere. E quando recitiamo
Daimoku o facciamo attività per kosen-rufu, lì si manifestano i tre
significati di myo. Non c’è mai strada senza uscita. Se agiamo in
accordo con la Legge dell’universo, l’impossibile prende vita.
Perché in ogni frammento c’è tutto. Anche se non sappiamo
spiegare perché.
BS
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