Duello interrotto a Munda (45 a.C.). Antistio Turpio vs Quinto Pompeio Nigro

17 marzo del 45 a.C.
A Munda, in Spagna, l’esercito dei pompeiani e quello di Giulio Cesare si stanno per affrontare nella battaglia decisiva della guerra civile che infuria ormai dal 49 a.C.
Dei due eserciti, quello pompeiano, guidati dai figli di Pompeo e da Tito Labieno, ha la posizione più vantaggiosa, su un’altura a poca distanza dalla città di Munda.
Entrambi gli eserciti romani sono intenti a costruire le loro opere di fortificazione per i rispettivi accampamenti, quando dal campo di Cesare si staccano alcuni soldati, che avanzano nella terra di nessuno tra le due armate.
Questi ultimi iniziano a schernire gli avversari pompeiani, accusandoli di aver paura di affrontarli – si tratta, probabilmente, di un ben più sensato pragmatismo.
Tuttavia, le ripetute provocazioni dei cesariani alla fine spingono un uomo a farsi avanti.
“I Pompeiani erano troppo timorosi per scendere nella piana e attaccare battaglia, eccetto per un uomo, Antistio Turpio. Confidando nella sua forza, iniziò ad affermare che nessuno dei suoi avversari era suo eguale.”, scrive l’anonimo autore del De Bello Hispaniensi.
Non dobbiamo stupirci di una sfida a duello lanciata da un soldato romano, ancora in questo periodo storico.
Questo tipo di atteggiamento, che ha una tradizione molto lunga nel mondo militare romano, era ancora ben praticata alla fine del periodo repubblicano – e sappiamo di duelli tra “campioni” combattuti ancora nel periodo tardo antico.
La foga e la furia della sfida di Antistio distraggono i legionari di entrambi gli schieramenti, che secondo l’anonimo autore abbandonano i lavori di fortificazione e ben presto iniziano a disporsi a battaglia.
A questo punto, i legionari cesariani, presi forse in contropiede, si trovano costretti ad accettare la sfida.
A uscire dai ranghi delle legioni di Cesare è Quinto Pompeio Nigro, un uomo di rango equestre dalla città spagnola di Italica – e che probabilmente, visto il nome, ha acquisito la cittadinanza romana di recente per poi passare dalla parte dei cesariani.
Non sappiamo nulla dei due uomini – nemmeno se siano a cavallo o a piedi, ma non sembra improbabile suppore la seconda ipotesi -, se non che sono quasi certamente due veterani: infatti, mentre si avvicinando l’uno all’altro i loro scudi (ovvero, umboni, bordo e altre decorazioni metalliche) e le loro decorazioni militari (laudia insignia) brillano al sole.
L’autore del De Bello Hispaniensi, che forse era presente e doveva essere un militare, arriva a paragonare il duello che sta per iniziare a quello degli eroi omerici (“come nel duello tra Achille e Memnone”).
Come sia andata a finire queste sfida, a meno di future scoperte, purtroppo non lo sapremo mai: il testo del De Bello Hispaniensi si interrompe proprio mentre Antistio e Nigro stanno avanzando l’uno contro l’altro in pianura.
Visto come riprende il testo dopo l’interruzione, tuttavia, è possibile che il duello stesso sia stato a un certo punto interrotto, poiché si parla di una schermaglia tra cavallerie.

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