Duello interrotto a Munda (45 a.C.). Antistio Turpio vs Quinto Pompeio Nigro
A
Munda, in Spagna, l’esercito dei pompeiani e quello di Giulio
Cesare si stanno per affrontare nella battaglia decisiva della guerra
civile che infuria ormai dal 49 a.C.
Dei
due eserciti, quello pompeiano, guidati dai figli di Pompeo e da Tito
Labieno, ha la posizione più vantaggiosa, su un’altura a poca
distanza dalla città di Munda.
Entrambi
gli eserciti romani sono intenti a costruire le loro opere di
fortificazione per i rispettivi accampamenti, quando dal campo di
Cesare si staccano alcuni soldati, che avanzano nella terra di
nessuno tra le due armate.
Questi
ultimi iniziano a schernire gli avversari pompeiani, accusandoli di
aver paura di affrontarli – si tratta, probabilmente, di un ben più
sensato pragmatismo.
Tuttavia,
le ripetute provocazioni dei cesariani alla fine spingono un uomo a
farsi avanti.
“I
Pompeiani erano troppo timorosi per scendere nella piana e attaccare
battaglia, eccetto per un uomo, Antistio Turpio. Confidando nella sua
forza, iniziò ad affermare che nessuno dei suoi avversari era suo
eguale.”, scrive l’anonimo autore del De
Bello Hispaniensi.
Non
dobbiamo stupirci di una sfida a duello lanciata da un soldato
romano, ancora in questo periodo storico.
Questo
tipo di atteggiamento, che ha una tradizione molto lunga nel mondo
militare romano, era ancora ben praticata alla fine del periodo
repubblicano – e sappiamo di duelli tra “campioni” combattuti
ancora nel periodo tardo antico.
La
foga e la furia della sfida di Antistio distraggono i legionari di
entrambi gli schieramenti, che secondo l’anonimo autore abbandonano
i lavori di fortificazione e ben presto iniziano a disporsi a
battaglia.
A
questo punto, i legionari cesariani, presi forse in contropiede, si
trovano costretti ad accettare la sfida.
A uscire dai ranghi delle
legioni di Cesare è Quinto Pompeio Nigro, un uomo di rango equestre
dalla città spagnola di Italica – e che probabilmente, visto il
nome, ha acquisito la cittadinanza romana di recente per poi passare
dalla parte dei cesariani.
Non
sappiamo nulla dei due uomini – nemmeno se siano a cavallo o a
piedi, ma non sembra improbabile suppore la seconda ipotesi -, se non
che sono quasi certamente due veterani: infatti, mentre si
avvicinando l’uno all’altro i loro scudi (ovvero, umboni, bordo e
altre decorazioni metalliche) e le loro decorazioni militari (laudia
insignia) brillano al sole.
L’autore
del De
Bello Hispaniensi,
che forse era presente e doveva essere un militare, arriva a
paragonare il duello che sta per iniziare a quello degli eroi omerici
(“come nel duello tra Achille e Memnone”).
Come
sia andata a finire queste sfida, a meno di future scoperte,
purtroppo non lo sapremo mai: il testo del De
Bello Hispaniensi si
interrompe proprio mentre Antistio e Nigro stanno avanzando l’uno
contro l’altro in pianura.
Visto
come riprende il testo dopo l’interruzione, tuttavia, è possibile
che il duello stesso sia stato a un certo punto interrotto, poiché
si parla di una schermaglia tra cavallerie.
Commenti
Posta un commento