CAPORETTO - III giorno - 27 ottobre l9l7 Per parte italiana -

Ad ora imprecisata del mattino, il comando supremo dirama l'ordina di difendere a oltranza la linea dei monti Montemaggiore - Joanaz - Mladessena - Purgessimo - Korada, indicata dal generale Capello e prescrive alla III armata di arretrare il fronte alla linea Gorizia - Vallone. Grande è la preoccupazione che il nemico, aprendosi la strada tra Zona Carnia e la II armata, possa aggirare tutta la difesa; perciò verso mezzogiorno il generale Cadorna costituisce un nuovo corpo d'armata su due divisioni, al comando del generale Di Giorgio, col compito di difendere i ponti di Pinzano e Trasaghis sul Tagliamento. Il generale Cadorna spera ancora in una resistenza agli sbocchi in pianura, ma pensando al peggio invia direttive per la ritirata al Tagliamento ai comandi Zona Carnia, II e III armata. Il piano di ritirata contiene istruzioni che indicano il Piave come linea finale, infatti alla IV armata l'ordine è portare le artiglierie meno mobili sulla destra Piave, nella zona di Pederobba, Asolo e Montebelluna.
La II armata viene suddivisa in due gruppi: Gruppo di destra, CdA II - XXIV, al comando del generale Ferrero Gruppo di sinistra, CdA XXVII - VII - XXVIII - IV al comando del generale Etna Nel corso del giorno 26 i gruppi completano il ripiegamento, quello di destra sulla linea dal Vodice al Korada, quello di sinistra sulla linea dal Montemaggiore al Korada, in particolare:
- XXVII CdA, esegue il movimento nella notte tra 25 e 26, all'alba è già schierato tra Valle Judrio e Korada; poiché dispone di poche truppe, gli sono assegnati la brigata Taranto e 5 battaglioni d'assalto. Il nemico non effettua alcun disturbo, supera Kambresco, solo con pattuglie e dopo le 13.
- VII CdA, alle 4.30 il comando invia alle divisioni 3a e 32a l'ordine di ripiegare sulla linea Purgessimo - Castel del Monte monte Miscek, in Valle Judrio. L'ordine non arriva o arriva tardi, il nemico attacca fin dalle prime ore del mattino e impegna le truppe ancora schierate sulla linea Matajur - Cepletischis - S.Martino - Xum, linea che si trova ormai campata in aria a destra e sinistra. La brigata Salerno, sul Matajur, si trova isolata e attaccata sul fianco destro da reparti della 12" slesiana e alpenkorps, da tergo dal reparto Rommel del battaglione del Wurttemberg. Di fronte al duplice attacco la brigata rimane inerte, a mezzogiorno è ridotta ai pochi elementi sfuggiti all'accerchiamento. Una divisione tedesca (5a) attacca la brigata Etna a Monte Xum, alle 10.30 ogni resistenza è superata, i resti della Etna ripiegano su Castel del Monte; sono catturati il comandante della brigata, un comando di reggimento e 3 comandanti di battaglione. Un'altra divisione tedesca (200a) attacca la brigata Firenze schierata fra Lombai e monte Planina; la resistenza è breve, la brigata si ritira, i suoi reggimenti vengono circondati pressoché al completo da truppe nemiche provenienti da val Rieca. Medesima sorte per i resti della brigata Arno, schierati su Monte S. Martino. In fondo a Val Savogna, la IV brigata bersaglieri resiste alla sbarramento di Savogna fino circa alle 14, poi si ritira, perde un battaglione per aggiramento. A sera gli esigui resti delle divisionl del VII CdA si riuniscono sulla linea Purgessimo - Castel del Monte - Miscek; trovano già schierata la brigata Ferrara, è in arrivo la brigata Milano. Alle 9.30, a Scruto, il generale Villani, comandante la 19" divisione, si suicida per non sopravvivere alla scomparsa della sua divisione. 
- XVII CdA, nella notte tra 25 e 26 il comando ordina la ritirata alla brigata Massa-Carrara, che sbarra la Val Natisone; non si capisce perché nel corso della giornata non la abbia impiegata per contrastare l'irruzione delle truppe nemiche. In fondovalle una colonna della 12a slesiana giunge a Stupizza e sale sul monte Joanaz. L'alpenkorps avanza in Valle Rieca, isuoi elementi avanzati superano il Natisone e arrivano sul monte Craguenza prima del reggimento Vicenza, lo costringono a schierarsi fra il Craguenza e monte Mladessena. Due reparti dell'alpenkorps e della 200a divisione giungono pressoché assieme ad Azzida, in vista di Cividale e respingono reparti della brigata Jonio. L'ultima linea di resistenza italiana è già intaccata alla testata della valle di Torreano e nel fondovalle Natisone, ai margini della pianura friulana. 
- IV CdA, i resti della brigata Genova rimangono fino a notte inoltrata del 25 sul 26, sulla sella dello Stol, dove vengono catturati, compreso il suo comandante. Alle 6, sfilati i resti della 50a divisione, il reggimento di protezione (II/98a) si ritira su Platischis; la retroguardia della brigata Potenza rimane sul costone medio dello Stol fino alle 2.15, poi si ritira per Bergogna; il comandante della brigata nota in paese soldati attardati, estranei alle truppe in movimento; li esorta a ritirarsi, ma senza risultato. Alle 8 arriva in Bergogna un battaglione AU (1o reggimento Kaiserschùzen) e cattura 5000 uomini di ogni arma e reparto, compreso il comandante del V raggruppamento alpino (generale Perol), Ciò che rimane del IV CdA si raccoglie in mattinata a Platischis.
Episodio di Montemaggiore 
Montemaggiore è un rilievo collegato con un crinale al monte Stol; per tre giorni è considerato il perno della difesa del fronte dell'Isonzo. La sera del 25 viene occupato da due battaglioni alpini, fatti arrivare dal Trentino; per tutto il 26 rimane isolato; a nord, in Val Mea, non vi sono truppe; a sud lungo il solco della rotabile Platischis - Taipane, solo nel pomeriggio si raccolgono due ufficiali e 160 alpini in ritirata dallo Stol. La divisione Edelweiss, avanzata in Val Resia e Rio Bianco, a nord di Montemaggiore, alle 8 occupa il passo di Tanamea, senza trovare truppe italiane. La 22a divisione Schùtzen occupato lo Stol dopo la ritirata dei resti delle divisioni italiane 50a e 43a, alle 12 inizia l'avanzata verso Montemaggiore; alla sua destra un reggimento Kaiserléger avanza lungo la cresta dello Stol verso la cima di Montemaggiore, una sua compagnia la occupa alle 17, dopo breve scambio di fucilate con la retroguardia del presidio, in ripiegamento.
Il comandante del raggruppamento alpino ha ordinato il ripiegamento, e davvero non se ne capisce il motivo, sulla linea Santa Trinità - Monteaperto; la ritirata, deplorevole e ingiustificata, risulta però provvidenziale: al Montemaggiore è in quel momento attribuita una tale importanza che solo l'annunzio che il nemico vi è pervenuto induce il generale Cadorna a rompere gli indugi e ad ordinare la ritirata al Tagliamento. La ritirata non poteva più essere procrastinata.
Che il 7o raggruppamento alpini abbia abbandonato il Montemaggiore o vi avesse resistito per alcuni giorni, la manovra nemica si sarebbe comunque sviluppata; le divisioni Edelweiss e 22a Schùtzen non avrebbero certamente rinunziato ad avanzare verso la pianura solo per il fatto che due battaglioni alpini erano appollaiati sulla dorsale del Montemaggiore. Il comandante del raggruppamento ha poi giustificato il ripiegamento come necessario per minaccia di avvolgimento dei due battaglioni. Nella giornata le due divisioni avanzanti per l'attacco al monte Joanaz (22a Schùtzen e 50a AU) non procedono oltre, solo una compagnia della 50a AU attacca monte Joanaz, scacciando il battaglione che lo occupa (277o Vicenza), che non dimostra valore né tenacia. Nella notte giungono sulla linea del IV CdA tutti i rinforzi assegnati, pressoché alla spicciolata; non entrano in azione perché alle 2.30 del 27 perviene l'ordine di ritirata:
- II armata, ha ordine di ripiegare sul Tagliamento, con una sosta sulla linea Torre - Versa.
- XII CdA, Zona Carnia, ha ordine di ripiegare sulle prealpi carniche. - IV armata, ha ordine di iniziare immediatamente il ripiegamento sulla linea di resistenza a oltranza e mettersi in condizioni di effettuare un ulteriore ripiegamento verso la pianura veneta; l'ordine di ripiegamento termina con le istruzioni per l'organizzazione della difesa del monte Grappa e il completamento dei lavori su monte Asolone, monte Prassolan, Cima dell'Orso. 
Con la decisione del generale Cadorna di ordinare la ritirata al Tagliamento, si conclude la prima fase della gigantesca battaglia di Caporetto.
Università degli studi Cà Foscari Venezia - Prima guerra mondiale Caporetto - docente Coglitore Mario - partecipante come uditore

 

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