Venezia FC: La nuova Venezia - Un pezzo di storia del Venezia in sei campionati di emozioni

Seda, Bisiol, Sabbadin, Bassanese, Ronchi, De Cecco, Bianchi, Trevisanello, Bellinazzi, Scarpa, Modonese. Non era un Venezia di Serie A, quello del campionato 73-74, ma il suo splendente neroverde era entrato comunque nel cuore dei tifosi, che snocciolavano la formazione con la stessa devozione di un interista che dice Sarti, Burgnich, Facchetti. Era un Venezia di Serie C, in piena epoca Bigatton, un Venezia reduce da una bruciante delusione, patita all'ultima giornata del precedente campionato e costata la promozione in Serie B. In porta, Eros Seda. Un pezzo di storia del calcio veneziano, con una militanza durata per sei stagioni. 193 presenze nel Venezia, tutte in Serie C, nessun altro portiere come lui, se proprio vogliamo fare una concessione ai maniaci dei numeri e delle statistiche. Tre presenze in più rispetto al leggendario Bubacco, che si è fermato a 190, pur con un peso specifico superiore avendole ottenute in dieci stagioni tra Serie A e Serie B. Una carriera, quella di Seda, che gli ha dato meno di quanto meritava, sin dagli inizi, con quella esperienza nella Roma come terzo portiere dietro a Pizzaballa e Ginulfi e qualche partita vissuta in panchina. Era il periodo post servizio militare e il ritorno alla base gli fece balenare anche l'idea di smettere, un'idea poi sconfitta da una passione che era troppo più forte."Ciosoto" atipico, "non baruffante", alla faccia della vecchia e banale etichetta stampata dagli altri sul carattere di una popolazione che ama divertirsi e che graffia solo per reazione, forse come "el gato" che troneggia sulla colonna di Vigo. Sapeva alzare la voce, Eros Seda, solo in campo, per dirigere la difesa. Fuori no, uomo dai modi gentili ed educati, silenzioso, pronto alle interviste revival, ma sempre senza quel tono tipo "ai miei tempi era meglio". L'arrivo a Sant'Elena è datato 1971, inizialmente come riserva del portiere Terreni, comunque 12 presenze e soprattutto stima e considerazione di tutti. Poi quattro campionati di fila saltando in tutto due sole partite e fermandosi a 31 presenze nella sesta e ultima stagione. Campionati di buon livello, frequenti apparizioni nella formazione ideale pubblicata al martedì dai settimanali specializzati. Seda a Venezia aveva trovato la sua dimensione tecnica e anche umana, un ritiro precampionato a Mel diede una svolta alla sua vita, avendo conosciuto quella che sarebbe diventata la moglie, inseparabile compagna fino all'ultimo giorno. Suo malgrado, era il portiere del Venezia quel giorno della sconfitta con l'Alessandria, l'addio ai sogni di promozione in B, sancita dal gol di Bruno Bianchi, diventato poi compagno di squadra e grande amico. «Quante volte ci siamo presi in giro per quel gol» parole di Bianchi ieri dopo la notizia, «ero sulla destra quasi sotto ai distinti, tirai al centro e con l'area affollata il pallone lo scavalcò e finì dentro. "Eros, gli dicevo per punzecchiarlo, ma che uscita hai fatto? E lui mi rispondeva "stai zitto, hai segnato con un cross sbagliato". Anche dopo la fine della carriera ci siamo visti spesso, e non solo ai raduni degli ex neroverdi. Devo a lui le dritte per arrivare alla pensione, entrambi lavoravamo in banca. La sua morte è un dolore grandissimo». Radio, Meucci, Volpi, di nuovo Meucci, Lupi e infine Ardizzon i suoi allenatori negli anni neroverdi. Mario Ardizzon lo aveva avuto prima anche come compagno di squadra, formando con Gritto Modonese il gruppo dei "magnifici tre", arrivati dall'altra parte della laguna. Il Venezia di Eros Seda è stato un Venezia di medio alta classifica, tranne che nell'ultimo disgraziato campionato, quando ormai anche la squadra pagava l'instabilità societaria. Un Venezia che oltre al portiere in quegli anni ha avuto altri giocatori di valore, ragazzi che se fossero nati un quarto di secolo più tardi avrebbero di sicuro giocato ai massimi livelli, da Alessio Badari a Nello Scarpa, dal baffo Bellinazzi allo stesso Modonese, che quanto a talento aveva ben pochi rivali. Ce l'hanno fatta solo i fratelli Trevisanello, per anni simbolo della venezianità in SerieA. Seda era in campo anche in quell'indimenticabile sfida della primavera 1974: Venezia-Union Clodiasottomarina, pioggia e vento da volare via: 2-0 per il Venezia che aveva in porta un ciosoto, Seda, contro l'Union che aveva in porta un veneziano, Vadalà. Derby sul derby. Con record minimo di spettatori per un campionato professionistico: 22. Il famoso disegnatore Molino immortalò gli spalti nella retrocopertina dell'Intrepido.
Carlo Cruccu

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