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Dalla memoria personale alla memoria sociale

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La vastità della morte causata dalla guerra non poteva non avere delle conseguenze sulla società che si formò alla sua fine. La morte non era più un’esperienza singola e personale, ma anzi riguardava la società nella sua interezza, ogni uomo era stato toccato direttamente dal lutto e se ciò non era accaduto il mutamento dei rapporti nel mondo in cui viveva gli era ugualmente comune. La massificazione della morte causò una rivoluzione in una società che si era formata sostanzialmente in periodi di pace e nel tentativo di “eliminarla dalla vita”. La massima espressa da Freud nelle sue Considerazioni attuali sulla guerra e la morte del 1915 non poteva far altro che evidenziare il capovolgimento di mentalità causato dalla guerra: “ Sopportare la vita : questo è pur sempre il primo dovere di ogni vivente … Ricordiamo il vecchio adagio: Si vis pacem, para bellum. Se vuoi conservare la pace, preparati alla guerra. Sarebbe tempo di modificarlo così: Si vis vitam, para mortem. Se vuoi poter sop...

Venezia FC: Offerta solo dal Venezia

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Recitare daimoku e gongyo non è un obbligo ma un diritto che aiuta a ottenere di più dalla vita, calma mente e corpo e ci sincronizza con l'universo

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Immaginate gli immensi benefici che otterrete recitando seriamente e con costanza daimoku e gongyo! In sostanza si recita daimoku per se stessi: la pratica non è obbligo ma un diritto. Il Gohonzon non vi chiederà mai di recitare ma, più vi sforzate nella fede, facendo gongyo e recitando daimoku, più otterrete dalla vita. Il Daishonin inoltre non precisa nei vari Gosho quanto daimoku recitare. Dipende dunque interamente dalla propria coscienza e dal proprio senso di responsabilità. La fede è una metà da perseguire per tutta la vita, non è il caso di essere inutilmente agitati o in ansia per la quantità di daimoku che recitiamo. Come ho già detto non è proprio il caso di diventare ansiosi o di sentirsi sotto pressione inutilmente. Il Buddismo è nato per liberare le persone, non per obbligarle. Anche "un poco ogni giorno" è importante: il cibo di cui ci nutriamo tutti i giorni si trasforma in energia nei nostri corpi. Anche lo studio diventa un patrimonio solo quando ci si appli...

La focaccia ritrovata a Pompei. La ricetta per rifarla in casa

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La vera libertà si raggiunge solo avendo tempo libero, che è tempo di vita da dedicare alle proprie passioni

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Non mi stancherò mai di spiegare che per essere liberi bisogna avere tempo: tempo da spendere nelle cose che ci piacciono, poiché la libertà è il tempo della vita che se ne va e che spendiamo nelle cose che ci motivano. Mentre sei obbligata a lavorare per sopperire alle tue necessità materiali, non sei libera, sei schiava della vecchia legge della necessità. Ora, se non poni un limite alle tue necessità, questo tempo diventa infinito. Detto più chiaramente: se non ti abitui a vivere con poco, con il giusto, dovrai vivere cercando di avere molte cose e vivrai solo in funzione di questo. Ma la vita se ne sarà andata via… Oggi la gente sembra non accorgersene e si preoccupa soltanto di comprare e comprare e comprare, in una corsa infinita… Pepe Mujica

Venezia FC: L'Unione delle due città

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La sofferenza per lo stato degli uomini ridotti a pecore che non sembrano possedere un pensiero critico.

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Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore  e i cui pastori sono guide cattive  Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi  i cui saggi sono messi a tacere  Pietà per la nazione che non alza la propria voce  tranne che per lodare i conquistatori  e acclamare i prepotenti come eroi  e che aspira a comandare il mondo  con la forza e la tortura  Pietà per la nazione che non conosce  nessun’altra lingua se non la propria  nessun’ altra cultura se non la propria  Pietà per la nazione il cui fiato è danaro  e che dorme il sonno di quelli  con la pancia troppo piena  Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini  che permettono che i propri diritti vengano erosi  e le proprie libertà spazzate via  Patria mia, lacrime di te  dolce terra di libertà! Lawrence Ferlinghetti