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La battaglia di Zela. La vittoria più veloce della storia

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Lettera al fratello minore Riccardo, 10 ottobre 1915.

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Vuoi che ti parli di guerra? Sai cos’è la guerra? Credi che sia un incrocio di schioppettate e baionettate? Quello che voi dite guerra è l’atto meno penoso, più poetico, più soddisfacente della guerra: è la Battaglia, la corona, desiderata come il pane (…) Guerra sono i disagi che preparano la battaglia; le notti insonni, le veglie su massi ghiacciati e duri; le piogge che bagnano le ossa senza che ci si possa cambiare; il vento pieno di ghiaccioli che taglia la faccia (…) Le lunghe e pazienti attese sotto le buche improvvisate, goccianti acqua e umidità (spesso, sui fronti di  montagna, le trincee furono sostituite da buche, scavate nella neve dai singoli soldati); i piedi ghiacciati che gelano;  i viveri che non arrivano, guerra è subire il fuoco, la pioggia nemica di granate e non potersi difendere e dover star fermi a mordersi di rabbia per non poter arrivare al fianco di chi ci è nemico e che non conosciamo. Giovanni Braschi (1891-1959), romagnolo, fu sottotenente dell’81...

Venezia FC: Highlights Serie BKT 1 mAGGIO 2023: Venezia - Modena 5-0

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Un percorso di trasformazione spirituale

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Per rompere una tendenza karmica, un attaccamento a qualcosa che sembra ormai indispensabile alla quotidiana capacita' di vivere, per valorizzare la propria vita invece di offenderla, e' necessaria una profonda trasformazione di se'. Facendosi strada un passo dopo l'altro, senza smettere di cercare dentro di se' il valore della propria esistenza, fino a conquistarsi la liberta'. Agganciati al Gohonzon. Alla preghiera. Al Gosho. Al maestro. Ai compagni di fede. " Una mosca blu - scrive Nichiren - se si posa sulla coda di un buon cavallo puo' viaggiare diecimiglia, e la verde edera che si abbarbica intorno al possente pino puo' crescere fino a mille piedi ". Non basta una volta. Per vincere non bisogna mai smettere di rinnovare la propria determinazione, ma continuare a coltivare la speranza della fede, quella che ci ha portato fino a li e ci sorregge anche se ricadiamo. Sviluppando la fede dal primo all'ultimo istante, come incoraggia Nichir...

La scatoletta di alici

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Il fronte distava più di dieci chilometri, ma Giuliana era determinata nella sua follia. Una volta arrivata, vide le trincee davanti a lei, corpi senza vita lasciati distesi riposavano davanti sia alle linee italiane che a quelle austriache, non era una vista piacevole ma lei non ne fu scoraggiata. Strisciò sul fango per quella che le sembrò un’eternità. Un soldato austriaco era appostato dietro una mitragliatrice, addormentato in un sonno profondo, o almeno così pensava Giuliana. Carla si svegliò con un sonoro e acuto sbadiglio, il soldato si svegliò di soprassalto. La luce della sua lanterna gli illuminava gli occhi, non c’era un’ombra di sonno in essi. La mitragliatrice era già puntata su Giuliana, erano entrambi immobili, lei come un cumulo di terra stesa nel fango e lui come un gufo con uno sguardo deciso e la curiosità negli occhi. La voce di un altro soldato austriaco le sussurrò sottovoce qualcosa: -Schnel, schnel! Lei non sapeva che volesse dire ma lo intuì, si alzò e si mosse...

La battaglia di Tarso. Giulio Cesare vince i pompeiani

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