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Venezia FC: Venezia, la probabile formazione per il Padova: ballottaggi a sinistra, dubbio Yeboah

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Il Venezia   si prepara ad affrontare il derby contro il Padova, un match come sempre molto atteso da tutta la piazza. Mister Giovanni Stroppa per la gara dovrà fare a meno di Pietrelli, ancora alle prese con la pubalgia, e di Haps, che alla vigilia della gara ancora non era rientrato dai viaggi con il Suriname. In dubbio Yeboah, reduce da un acciacco con la maglia dell'Ecuador. Tornano invece Bohinen, Sverko e Compagnon, che hanno smaltito i rispettivi infortuni e tornano ad essere opzioni per la formazione. Per quanto riguarda la probabile, in porta nel 3-5-2 ci sarà al solito Stankovic, con in difesa il rientro di Sverko al fianco di capitan Svoboda e Schingtienne  Sulle fasce qualche dubbio. Hainaut andrà a destra, mentre a sinistra sono aperti i ballottaggi. Bjarkason è l'opzione più probabile, anche se è rientrato a sua volta dai viaggi con l'Islanda. Non sono da escludere nemmeno Sidibe, Franjic e Sagrado, che però sarebbero da adattare al ruolo. In ...

Il sistema di riscaldamento dei romani.

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L'ipocausto (dal latino hypocaustum) era un sistema di riscaldamento usato nell'antica Roma, consistente nella circolazione di aria calda entro cavità poste nel pavimento e nelle pareti del luogo da riscaldare. Tra il III e il II sec. a.c. nacquero a Roma i bagni, detti, come afferma Varrone, balneum per il bagno privato e balnea per i bagni pubblici. Prima del I sec. a.c, i bagni locali erano riscaldati da grandi bracieri con numerosi inconvenienti, sia per poter mantenere una temperatura costante, sia per i fumi di combustione. Questi inconvenienti vennero superati con il sistema hypocaustum, un sistema di riscaldamento indiretto ottenuto tramite canalizzazione dell'aria calda in spazi d'aria nel pavimento o nelle pareti. Il tutto si dipartiva da una o più stufe a legna la cui aria calda veniva inviata sotto al pavimento del locale da riscaldare. In Grecia Eraclito invitò degli stranieri di riguardo nella sua cucina dove c'era la stufa per cuocere; quindi, un luog...

La prigioniera

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“ Il solo vero viaggio, il solo bagno di giovinezza, non sarebbe quello di andare verso nuovi paesaggi, ma di avere occhi diversi, di vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, di vedere i cento universi che ciascuno di essi vede, che ciascuno di essi è” . Marcel Proust

Una preghiera profonda, seria e sincera

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Come possiamo realizzare i nostri obiettivi? Tante volte ci poniamo questa domanda, perché spesso ci ritroviamo a un punto morto e ci sembra di girare a vuoto, pur sforzandoci molto nella nostra vita e nell'attività buddista. Il punto fondamentale è quanto crediamo nel potere del Daimoku e quanto utilizziamo «la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra», attraverso una preghiera profonda, seria e sincera. La forza del Daimoku esprime la forza della nostra decisione, che a volte dura solo pochi giorni, ed è per questo importante rinnovarla continuamente e mantenere sempre un ichinen attivo, fresco e gioioso. La Legge mistica è assoluta e per manifestare il potere infinito del Gohonzon è indispensabile recitare Daimoku costantemente e impegnarsi per realizzare kosen-rufu con la stessa intensità di un leone all'attacco. In questo modo possiamo sperimentare i benefici infiniti della pratica buddista e la nostra vita può cambiare velocemente. E quando cambiamo noi, cambia an...

Venezia FC: Lavori nuovo stadio Bosco dello Sport

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La trincea come “casa”del soldato”

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In tutta l’Europa i combattenti, milioni di giovani, vennero sottoposti alla crudele scuola di vita della trincea, senza distinzione di Esercito. Il soldato, infatti, viveva sprofondato in questo scavo lungo e stretto che era la trincea, dalle pareti così alte da consentirgli solo la vista di uno spicchio di cielo, anche perché alzare la testa oltre il ciglio dello scavo voleva spesso dire rischiare di essere ferito o, peggio ancora, morire. Solo la feritoia consentiva un rapido sguardo a quella terra di nessuno compresa tra le due linee e lo spettacolo, il più delle volte, era un terreno tetro, brullo, rotto solo dai tiri d’artiglieria e cosparso degli oggetti più vari. Dalla vicenda della feritoia 14 del racconto del Capitano Emilio Lussu (1): «...La vista era consentita solo per pochi attimi, infatti, non appena il cecchino avversario si accorgeva che qualcuno utilizzava la feritoia partiva un preciso colpo di fucile contro il coraggioso che stava osservando il campo di battaglia......

Come contavano le ore gli antichi romani

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