Usare la vita è cominciare a scavare proprio qui dove siamo, non in un posto o una condizione migliore. Questa, qualunque essa sia, è la migliore. Perché è reale, non ideale, è nostra e di nessun altro e noi solo da qui possiamo partire. Usare la propria vita significa spargere la gioia che nasce dalle sofferenze superate, dalla scoperta, ogni volta nuova, della Buddità presente in noi e in ogni singolo essere vivente. «La nostra vita in origine è libera da ogni impurità ed è vasta come l’universo. La rivoluzione umana consiste nel comprenderlo e dimostrarlo» (Ibidem, 189). Allora è possibile vedere tutto sotto una luce diversa: le difficoltà non appaiono più solo come l’effetto delle azioni commesse nel passato ma come condizioni con cui abbiamo desiderato rinascere per adempiere la nostra missione. Il voto del Budda. La Buddità è lo stato vitale nel quale questa consapevolezza è talmente radicata che qualunque difficoltà viene percepita non come l’inevitabile manifestazione del karma...