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Non accadrà niente se non crescete

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La vostra individualità inizia a risplendere davvero solo quando vi impegnate con tutte le forze e vi sfidate al massimo delle vostre capacità. Non accadrà niente se non crescete. La vostra unicità risplenderà solo grazie agli sforzi profusi per migliorarvi e svilupparvi, proprio come una spada viene forgiata nelle fiamme. La vostra vera individualità è l'arma che solo voi possedete, che vi permette di sviluppare al massimo la vostra vita. È la vostra spada ingioiellata. Chi ha sviluppato la propria individualità è una bella persona, risulta attraente per tutti. Non si tratta di una bellezza temporanea e transitoria, ma durerà per tutta la vita. Una persona così ha uno spirito chiaro e luminoso come il cielo estivo sugli altipiani, non è mai gelosa o invidiosa. [...] Spero che tutti voi diventiate persone veramente belle, con un grande cuore, persone ammirate da tutti e da cui gli altri siano attratti. Daisaku Ikeda - BS n. 176

Dal libro "Piave e dintorni" di Sergio Tazzer.

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Il 6 novembre i genieri fecero saltare in aria tutti i ponti sul Piave. Quello di Vidor rimase in piedi ancora per poche ore. Sprezzante del ridicolo, il generale Graziani il 7 novembre fece pubblicare il bando di sgombero della popolazione del territorio della Sinistra Piave. L'ultimo reparto a passare il fiume a Ponte della Priula fu un battaglione del 152º reggimento della brigata Sassari, inquadrato per quattro, fucile a bilanc'arm ed al passo, comandato da un piccolo ufficiale di Thiesi, un paese del Meilogu in provincia di Sassari, il capitano Giuseppe Musinu, futuro generale di corpo d'armata. «Gli austriaci - ricordò il generale Musinu - cercarono di fermarci in ogni modo, ma non osavano attaccare frontalmente e allora mandavano pattuglie a disturbare la nostra marcia. Il battaglione procedeva in perfetto ordine, rispondevamo al fuoco con le nostre pattuglie che ci proteggevano i fianchi e ci precedevano. Io stesso sparavo con il mio 91. Mi dissero che stavano per f...

Vivendo pienamente

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Se mi chiedi cosa sono venuto a fare in questo mondo, io, un artista, ti risponderò: sono qui per vivere ad alta voce. Émile Zola

Come trattavano i romani i malati di mente?

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Nella Roma arcaica vi era una norma destinata a coloro che, colpiti da una forza oscura e imperscrutabile, venivano chiamati "furiosi". Non erano questi uomini comuni: la loro mente, un tempo forse limpida e razionale, cadeva ora in balia di un furore che gli antichi riconoscevano soltanto nella sua manifestazione. La follia, per il romano, era l'evento, non lo stato: essa si palesava come una tempesta che poteva abbattersi su un uomo e poi abbandonarlo, lasciando dietro di sé, forse, una pace apparente. Il furiosus non era un escluso, né un reietto. Nelle prime leggi scolpite della Repubblica, le XII Tavole, si stabiliva che il potere su di lui — la potestas — e i suoi beni — la pecunia — fossero affidati ai parenti maschi. Questi, interpreti del mos maiorum e custodi della continuità familiare, si facevano garanti dell’ordine domestico e dell’onore della gens. Ma chi fosse questo soggetto titolare della potestas, il legislatore non lo diceva: l’ombra dell’incertezza ric...

Venezia FC: Rassegna stampa del 12 luglio 2025

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Monte Zovetto

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"Fallito l’assalto, mentre ancora i nuclei di fanti nemici calano scompigliati dalle pendici dello Zovetto, l’artiglieria condensa il tiro sulle trincee.  E’ un picchiar sonoro sul monte, il martellare di un maglio ciclopico, un diroccare di massi divelti dall’alveo, uno schianto d’alberi spezzati e l’odore acre della polvere e lo sfasciarsi del granito che ricade in pioggia di frammenti moltiplicanti l’effetto dell’esplosioni. Un fumo acre e pesante, una nube larga più di 400 metri avvolge ogni cosa e concorre a dare al tremendo panorama l’aspetto di una bolgia infernale.  Questa infatti non è più guerra di uomini ma di demoni: eppure i nostri resistono… Quando tuona il tremendo cannone, l'istinto fa sì che anche gli uomini più coraggiosi si rannicchino in fondo ai ricoveri, ma i difensori dello Zovetto non hanno più nulla di umano". Valentino Coda 

Il rifiuto della sconfitta. Come i Romani sono diventati invincibili (IV-III sec. a.C.)

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