L' Epica storia della birra nell'antica Roma
La storia della birra nell'antica Roma è un racconto di pregiudizi superati, di tradizioni straniere accolte con riluttanza e poi abbracciate, di imperatori e plebei uniti sotto il segno di una bevanda che attraversò i secoli.
Una bevanda tanto antica quanto l'umanità stessa, che si è fatta strada tra le colonne di marmo e le strade lastricate dell'Urbe Eterna.
LE ORIGINI
Prima che l'aquila romana dominasse il mondo, nelle terre bagnate dal Tigri e dall'Eufrate, già nel 4.000 a.C., l'umanità aveva scoperto il miracolo della fermentazione dei cereali.
Una bevanda sacra che dall'alba della civiltà accompagnava i rituali dei Sumeri, codificata nelle leggi di Hammurabi, e venerata come dono divino nelle terre del Nilo, dove Osiride stesso era ritenuto l'inventore di questa preziosa pozione chiamata zythum.
Ma fu nell'83 d.C. che la birra iniziò a diffondersi in maniera consistente nella storia romana, quando il generale Agricola, di ritorno dalla Britannia, portò con sé tre Mastri Birrai da Glevum (l'odierna Gloucester) e fondò quello che è considerato il primo pub al mondo. Così, la bevanda dei barbari varcò i confini sacri dell'Impero destinata a un futuro tanto glorioso quanto contrastato.
LA BATTAGLIA DELLE BEVANDE. VINO CONTRO BIRRANell'imponente scenario della Roma imperiale, la birra dovette combattere una dura battaglia contro il nettare degli dei: il vino. Considerata bevanda "pagana e plebea", la birra era vista con disprezzo dai romani di alto rango. Lo storico Tacito, nell'87 d.C., con un'espressione che avrebbe attraversato i secoli, la bollò come "vinus corruptus" - vino andato a male.
La verità era che la birra non apparteneva alla tradizione locale, ma proveniva dai territori conquistati, dai popoli sottomessi all'Impero. Per questo, veniva guardata con sospetto e disdegno dagli uomini romani, che preferivano il più nobile e virile vino, simbolo stesso della romanità.
Eppure, come un silenzioso fiume sotterraneo, la bevanda dorata continuava a scorrere nei meandri della società romana. Alcune ville patrizie nascondevano piccole birrerie private, testimonianza di un apprezzamento che non osava dichiarare il proprio nome in pubblico.
Mentre gli uomini ostentavano disprezzo per questa bevanda straniera, le donne romane, custodi di antiche saggezze, ne riconoscevano il valore profondo. Per loro, la birra non era solo una bevanda, ma un elisir di bellezza e salute
Con le sapienti mani trasformavano l'ambra liquida in preziosi unguenti e prodotti di bellezza che adornavano i loro corpi. Ma la vera magia della birra si manifestava nel suo potere di stimolare la lattazione.
Era credenza diffusa, ereditata dall'antico Egitto, che questa bevanda favorisse la produzione di latte. Così, le matrone romane ne facevano ampio uso durante la gravidanza e l'allattamento, proteggendo con questo scudo dorato la salute dei futuri cittadini dell'Impero.
Questa predilezione femminile diede alla birra un'inattesa connotazione di genere: divenne una bevanda femminile, ulteriore motivo per gli uomini romani di tenersi a distanza, preferendo il rosso nettare di Bacco.
LA BIRRA DA AUGUSTO A NERONE
Ma anche tra i potenti dell'Impero, la birra trovò illustri estimatori. Il grande Augusto, primo imperatore di Roma, scoprì le virtù medicinali di questa bevanda straniera grazie al suo medico Musia, che la utilizzò per curarlo dal mal di fegato. La salute dell'Impero stesso, incarnata nel suo princeps, fu così affidata alle proprietà terapeutiche della birra.
Più tardi, l'imperatore Nerone, figura controversa e amante dei piaceri, si lasciò conquistare dal gusto della cerevisia, la birra iberica. Il suo amore per questa bevanda lo spinse a gesti straordinari: fece giungere a Roma uno schiavo lusitano, maestro nell'arte birraria, affinché preparasse per lui la graditissima pozione.
La stessa bevanda che serviva nei banchetti gli proveniva in dono da Silvio Ottone, marito della celebre Poppea, che l'Imperatore aveva sapientemente allontanato in Portogallo per potergli sottrarre la moglie.
Se a Roma la birra combatteva per il riconoscimento, nelle province dell'Impero godeva di ben altra considerazione. In Francia, Egitto, Spagna e Portogallo, l'intera popolazione, senza distinzioni di genere, celebrava e consumava questa bevanda con entusiasmo.
Nelle lontane terre del nord, presso il Vallo di Adriano, i legionari romani, stanchi delle battaglie contro i barbari, chiedevano birra per rinfrancare il corpo e lo spirito. I ricercatori dell'Università di Leeds hanno trovato prove di questa antica predilezione dei soldati romani, dimostrando come la birra fosse popolare ai tempi non meno di oggi.
FONTI
- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, Libro XXXVII
- Marco Gavio De Rubeis, Birra nella storia. Ingredienti e reparazioni attraverso i secoli
- Rob DeSalle e Ian Tattersall, Storia naturale della birra
Commenti
Posta un commento