24 Giugno – Caldo e afa. Bella giornata […] L’avanzata ha principio alle 10.30 nonostante che la preparazione dell’artiglieria fosse inefficace. Alla svolta della strada (G di Globna) le 5 compagnie del 120° fanteria sono fatte segno a violentissimo e preciso fuoco nemico che le distruggerebbe senza fallo; strisciando però lungo la riva del fiume, la 2° compagnia riesce a impadronirsi di Globna verso le 12. Trincea sovrastante impedisce ulteriore avanzata, non essendo battuta da nostra artiglieria. Il II battaglione del 120° fanteria procedente a destra della strada dopo subite fortissime perdite (30% truppa e 7 ufficiali) resta al comando di un tenente e dato il terreno aperto e battuto non può spiegarsi e deve arrestarsi. Alle 12.40 si ordina al III battaglione ne del 119° fanteria (restato in riserva) di salire il pendio q.383 avanzando su Britof (villaggio situato circa 800 metri a est-nordest di Globna) collegato col 120° fanteria a sinistra e alla brigata Forlì a destra, ma alle ...
" 5 aprile. Ricevo l'ordine di recarmi su M. Broi a q. 1100 (a dare il cambio alle truppe che avevano occupato la quota il giorno 4, n.d.A.). Piove, è buio profondo. Parto. Ci arrampichiamo con le mani (...) su per M. Broi, attraverso rocce e boschi fittissimi. I soldati scivolano, cadono, s'insanguinano le mani. Alle ore 5 arrivo come Dio vuole alla quota. " Mentre il ten. Bongiovanni si apprestava a pernottare nel bosco di acacie sul costone sud-orientale di monte Broi, l'instancabile capitano Baseggio meditava nuovi tentativi d'assalto all'agognata chiesa di S. Osvaldo. " Era in me la volontà inflessibile di conquistarla, dovesse costarmi fino all'ultimo uomo, fino all'ultima cartuccia " scriveva nel 1929 l'ufficiale, involontariamente mostrando, se pur ve ne fosse stato bisogno, in quale considerazione egli tenesse le vite dei soldati a lui affidati. La notte passò insonne, con fanti e volontari impegnati nel consolidamento dell...
- L’attacco è fissato per domattina alle sette. Mentre impallidivano le stelle, la trincea si svegliava. Ormai mancavano pochi minuti; e le salmerie, appena arrivate, scaricavano in fretta il rancio caldo, col desiderio di partirsene al più presto. Insieme col rancio dieci litri di grappa, come surrogato del coraggio. Dieci litri per cinquanta uomini. Ma c’era chi amava più la vita della droga: - Io quella roba non la prendo. Taglia le gambe e fa perdere la bussola. - E chi se ne frega delle gambe e della bussola. Con o senza la bussola all’inferno ci arriviamo lo stesso. Un altro aveva un piano più astuto: - Io bevo, ma la ghirba voglio salvarla lo stesso. Faccio un bel salto avanti e uno indietro. Poi una fucilata sul piede col mio ‘91, proprio in mezzo all’osso. Ma il sergente maggiore aveva sentito: - Un’altra parola, e finisci davanti al plotone di esecuzione. Con un boato profondo, l’artiglieria cominciò puntualmente il suo lavoro. Alte fontane di terra e fumo zampillarono sulle ...
Commenti
Posta un commento