Gruppo dell’Ortles-Cevedale. I combattimenti alla quota più alta di tutta la grande guerra: Cima San Matteo (m. 3692) e Monte Mantello (m. 3537)
Massiccio
della Alpi Retiche, la cui cima più alta raggiunge i 3904 metri. E’
limitata dal passo dello Stelvio e dal passo dell’Aprica, e
costituiva l’estrema sinistra del fronte italo-austriaco,
appoggiata alla frontiera svizzera.
Durante
la guerra i ghiacciai dell’Ortler furono traforati da numerose
gallerie, tanto da parte italiana quanto da parte austriaca. Le mine
furono provate, ma l’elasticità del ghiaccio non permetteva i
risultati corrispondenti ai progetti, e si dovette lavorare
unicamente con il piccone.
Da
parte italiana, si scavarono nei ghiacciai dell’Ortler oltre 11.000
metri di gallerie. Fra esse ricordiamo quelle di “capanna Milano”
(612 metri), del passo dell’Ortles (800 metri), le gallerie degli
Eiskogele (1500 metri), dei “camosci” (2000 metri>), ecc.
Il
passo dell’Ortles (metri 3555) fu conquistato dalle nostre truppe
il 12 maggio 1916, con scontri di pattuglie, che continuarono per
tutta la guerra, dando origine ad un complesso di operazioni in alta
montagna fatte di colpi di mano e azioni a sorpresa. Tra queste è da
segnalare la conquista di Cima San Matteo (m.3692) e del Monte
Mantello (m.3537) nell’agosto 1918, precedentemente occupati dagli
austriaci nel 1916, che, per altitudine alla quale si svolse, venne
definita come il fatto d’arme combattuto alla quota più alta in
tutta la 1° guerra mondiale. Alle compagnie 307 e 308 del
Battaglione alpini Monte Ortles, coadiuvate dalla 527 Compagnia
mitragliatrici del battaglione Mondovì, venne affidato l’incarico
della azione su cima San Matteo.
Le
truppe prescelte, nella notte del 13 agosto, vennero suddivise in 5
colonne. La mattina seguente la prima e la quarta colonna iniziarono
l’avanzata. La prima tenendosi sotto la cresta, marciava in
direzione di Punta San Matteo, mentre la quarta, discesa dal Dosegù,
puntava verso i piedi di Monte Mantello. Seguivano a distanza di
pochi minuti la seconda e la terza, mentre la quinta di distaccava da
quota. 3452.
A
metà giornata tutte le colonne giunsero ai piedi delle posizioni
austriache e coperte da fuoco delle nostre artiglierie di piccolo e
medio calibro, iniziarono la scalata, in ambiente glaciale d’alta
quota. La terza colonna, giunta nella selletta fra Punta San Matteo e
Monte Mantello, piegava a sud e attaccava il presidio nemico che
veniva catturato quasi al completo.
Frattanto
la quarta e quinta colonna giungevano alla vetta più alta e, coperte
dal fuoco della 527 Compagnia mitragliatrici, vennero raggiunte dalle
altre truppe, scacciando definitivamente il nemico. Il 26 agosto
1918, la 308 Compagnia del Battaglione alpini Monte Ortles, aveva
preso posizione sul passo dell’Alpe e la 307 su Punta San Matteo.
Nell’azione caddero 2 alpini e ne furono feriti altri 4, tra cui un
ufficiale. Gli austriaci subirono le perdite di 3 sottufficiali e 39
soldati con 3 mitragliatrici e 1 bombarda.
Nel
pomeriggio del 3 settembre, il nemico iniziò il tiro di preparazione
sulle posizioni conquistate dagli italiani e poco dopo diede inizio
ad un poderoso attacco, con forze preponderanti, che portò alla
riconquista di Punta Matteo e Monte Mantello.
Guerra
bianca. Ortles-Cevedale-Adamello (1915-1916) Paolo
Robbiati, Luciano Viazzi
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