11 Dicembre 1917
L’11
dicembre 1917 iniziò il secondo attacco della Armata austro tedesca,
sotto la spinta poderosa del nemico furono abbandonati il Col della
Berretta, Col Caprile, Valderoa, Spinoncia. I contrattacchi italiani
portati nei giorni seguenti permisero un parziale recupero del
terreno; alla testata della Val Cancino gli austriaci tentarono più
volte attacchi in massa, furono sempre respinti. La linea difensiva
della IV° Armata vacillò più volte, tuttavia le truppe italiane
pur cedendo qualche linea di trincee seppero nel complesso mantenere
le posizioni chiave e il temuto sfondamento nella pianura fu
sventato. A coprirsi di gloria furono le Brigate di Fanteria Ravenna
– Umbria – Campania, il 3° Raggruppamento Alpini, poi la Brigata
Pesaro e la 2060° Compagnia mitraglieri. Fino a giugno 1918,
italiani e austriaci mantennero le rispettive posizioni, senza
impegnarsi in battaglie sanguinose. Il 15 giugno la sistemazione
difensiva della IV°Armata vedeva il IX° Corpo a protezione degli
strapiombi verso la Valsugana, il VI° nelle trincee a sud di cima
Grappa, il XVIII° a nord fino alla Val Cancino, il I° Corpo
chiudeva lo schieramento congiungendosi con le truppe sulla sponda
destra del Piave.
Alle 3 del mattino di quel giorno l’artiglieria austriaca iniziò un violento bombardamento, al quale rispose un tiro di controbatteria italiano; una fitta nebbia favorì l’avanzata dei reparti nemici che poterono cogliere importanti successi. Nelle ore seguenti vari contrattacchi italiani frenarono l’impeto avversario, le valli che collegano il Grappa alla pianura furono contese con furibonde mischie ma rimasero in saldo possesso italiano. Già a sera la spinta nemica si era arrestata, gli austriaci si sistemarono allora sulla difensiva nelle trincee italiane conquistate; nei giorni seguenti il compito di riprenderle fu affidato agli Arditi del IX° Reparto, ai fanti delle Brigate Bari – Emilia – Ravenna – Massa Carrara.
Il 15 luglio le truppe italiane tentarono una azione di sorpresa per la riconquista del Salarolo e del Roccolo (quota 1503).
Il Salarolo fu raggiunto e perso più volte, ma la reazione austriaca non permise il possesso completo della cima che divenne terra di nessuno; sul Roccolo l’attacco ebbe successo e verso sera fu pure sventato il contrattacco. Nei giorni seguenti la posizione venne rafforzata e mantenuta. Il 24 ottobre il Monte Grappa fu teatro degli avvenimenti legati alla battaglia di Vittorio Veneto; alle 5 del mattino le batterie italiane in linea aprirono il fuoco, alle 6 toccò alle fanterie uscire dalle trincee, la Brigata Bari sullo slancio conquistò il monte Asolone, la Pesaro il monte Pertica e parte del Prassolan. La Brigata Lombardia progredì sul Salarolo e l’Aosta verso il Valderoa. A sera il nemico, riorganizzatosi, riprese con furiosi contrattacchi quasi tutto il terreno perduto, mentre sul Piave fallì il passaggio sulla sponda sinistra. Nei giorni 25 e 26 gli italiani ripresero gli attacchi verso gli obiettivi assegnati, con le Brigate Bologna, Udine e vari raggruppamenti Alpini. L’azione proseguì sempre contrastata dal nemico. Finalmente il giorno 27 ebbe luogo il passaggio del Piave: sul Grappa gli austriaci tentarono un ultimo sforzo offensivo stroncato dalla artiglieria. Il 31 ottobre il nemico ripiegava dal Monte Grappa inseguito dalle truppe italiane. La guerra era praticamente finita.
Alle 3 del mattino di quel giorno l’artiglieria austriaca iniziò un violento bombardamento, al quale rispose un tiro di controbatteria italiano; una fitta nebbia favorì l’avanzata dei reparti nemici che poterono cogliere importanti successi. Nelle ore seguenti vari contrattacchi italiani frenarono l’impeto avversario, le valli che collegano il Grappa alla pianura furono contese con furibonde mischie ma rimasero in saldo possesso italiano. Già a sera la spinta nemica si era arrestata, gli austriaci si sistemarono allora sulla difensiva nelle trincee italiane conquistate; nei giorni seguenti il compito di riprenderle fu affidato agli Arditi del IX° Reparto, ai fanti delle Brigate Bari – Emilia – Ravenna – Massa Carrara.
Il 15 luglio le truppe italiane tentarono una azione di sorpresa per la riconquista del Salarolo e del Roccolo (quota 1503).
Il Salarolo fu raggiunto e perso più volte, ma la reazione austriaca non permise il possesso completo della cima che divenne terra di nessuno; sul Roccolo l’attacco ebbe successo e verso sera fu pure sventato il contrattacco. Nei giorni seguenti la posizione venne rafforzata e mantenuta. Il 24 ottobre il Monte Grappa fu teatro degli avvenimenti legati alla battaglia di Vittorio Veneto; alle 5 del mattino le batterie italiane in linea aprirono il fuoco, alle 6 toccò alle fanterie uscire dalle trincee, la Brigata Bari sullo slancio conquistò il monte Asolone, la Pesaro il monte Pertica e parte del Prassolan. La Brigata Lombardia progredì sul Salarolo e l’Aosta verso il Valderoa. A sera il nemico, riorganizzatosi, riprese con furiosi contrattacchi quasi tutto il terreno perduto, mentre sul Piave fallì il passaggio sulla sponda sinistra. Nei giorni 25 e 26 gli italiani ripresero gli attacchi verso gli obiettivi assegnati, con le Brigate Bologna, Udine e vari raggruppamenti Alpini. L’azione proseguì sempre contrastata dal nemico. Finalmente il giorno 27 ebbe luogo il passaggio del Piave: sul Grappa gli austriaci tentarono un ultimo sforzo offensivo stroncato dalla artiglieria. Il 31 ottobre il nemico ripiegava dal Monte Grappa inseguito dalle truppe italiane. La guerra era praticamente finita.
Conferenze sulla Prima Guerra Mondiale - M9 Mestre -
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