Dal Piave in poi
Gli
austro-tedeschi hanno voluto continuare l’offensiva di Caporetto,
iniziata il 24 ottobre, mantenendo la pressione per i primi giorni di
dicembre fino al 10, sia sulla linea del Piave sia sugli altopiani,
in particolare ai Sette Comuni. Al vertice del Regio esercito il
generale Armando Diaz aveva sostituito il giubilato Luigi Cadorna.
La
linea difensiva italiana si è però dimostrata di una solidità a
tutta prova e il cardine, la cerniera del dispositivo era un pilasto
montagnoso destinato a diventare un mito della storia nazionale: il
monte Grappa. Di modesta elevazione (1775 metri) era stato
trasformato in una fortezza, un alveare di uomini in armi ben
consapevoli che la perdita di quella posizione avrebbe comportato lo
sfondamento della linea difensiva, il dilagare del nemico nella
pianura padana, il disastro totale eirrimediabile.
Inciso
da innumerevoli strade e mulattiere, perforato da una rete di
gallerie per complessivi 5135 metri, avvolto dai cavi di 80
teleferiche che ne collegavano le basse pendici alla sommità,
corredato da un completo impianto di approvvigionamento idrico, erano
insiedati in caverne caserme, ricoveri, postazioni per 25 batterie
d’artiglieria e 70 mitriagliatrici. A difesa del monte Grappa i
battaglioni alpini hanno combattuto dall’inverno 1917 fino al
giugno del ‘18. Il monte Grappa – cui la famosa, struggente
canzone, attribuisce l’ardente attributo “tu sei la mia patria”
– ha retto fino alla fine pagando un alto prezzo: 70.000 uomini fra
morti (22.000) e feriti.
Oggi
il monte Grappa è un tempio. Nel sacrario sono inum ati12.500 caduti
italiani e nel cimitero annesso 10.000 caduti austriaci. Questo
carnaio è la dimostrazione di quello che è stato il monte Grappa
nel corso della Grande Guerra. Vi è sepolto anche il soldato Peter
Pan (loculo numero 107). La sepoltura e’ immancabilmente ornata di
fiori freschi, corredata dal ghiaietto bianco costantemente
rinnovato, qualcuno vi posaa anche le conchiglie venute dal mare. Il
soldato dal nome fiabesco faceva parte di quel reparto della Honved,
l’esercito ungherese, che si era attestato sul Colle Caprile ed era
riuscito a restarvi fino a guerra finita, al prezzo di sanguinose e
continue perdite, perché sulla cima principale del Grappa gli
italiani si battevano senza risparmio e tempestavano di granate
l’isolato caposaldo degli ungheresi. Peter Pan non era però
magiaro, era nato a Rusca Montana, paesino del Banato che allora era
parte del regno di Ungheria e oggi è Romania. Il mito è nato
certamente per via del nome ed è ormai inserito nella tradizione
locale: da Bassano del Grappa il pellegrinaggio alla tomba di Peter
Pan è un atto di pietà ormai divenuto consuetudinario, in quanto
profondamente sentito anche dai ragazzi.
Estratto
dalla lezione IV di Storia contemporanea – Università Popolare di
Venezia
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