Ogni sforzo che fate adesso e ogni problema e difficoltà che state affrontando adesso si trasformeranno in grandi benefici indistruttibili...
Come
buddisti dovremmo pensare che "più scura è la notte, più
vicina è l'alba", ma non è sempre facile. A volte ci
scoraggiamo, o dubitiamo, oppure ci lamentiamo e andiamo avanti con
una sorta di rassegnazione, senza più fiducia. Nel messaggio che ha
inviato per i corsi estivi europei il presidente Ikeda scrive:
«Ricordate che le condizioni più difficili sono la più grande
opportunità per compiere la rivoluzione umana, sono la più grande
occasione per cambiare il karma e aprirsi a un grande stato vitale
pieno di felicità. Questo è il Buddismo. Niente andrà sprecato.
Ogni sforzo che fate adesso e ogni problema e difficoltà che state
affrontando adesso si trasformeranno in grandi benefici
indistruttibili...». Così incoraggia ciascuno di noi ad alzarsi da
solo, con una convinzione forte e incrollabile nel Gohonzon,
determinati a portare avanti il voto di propagare il Buddismo per
realizzare la pace nel mondo e il benessere di ogni persona. E ci
esorta a maturare nella fede. In altre parole ciò significa fare la
nostra rivoluzione umana, lottando lì dove ci sono ostacoli, a
partire da dove viviamo, nelle nostre comunità, nel luogo di lavoro,
nelle nostre case.Dovremmo utilizzare bene ogni problema e difficoltà
che incontriamo, considerandoli una buona chance, una opportunità
per trasformare la nostra vita e l'ambiente in cui viviamo. Diciamo
spesso che il Buddismo èvincere o perdere, ma cosa significa?
Vincere non vuol dire diventare ricchi o famosi, ma significa vincere
sulle nostre debolezze, sui nostri limiti, sulle paure che ci
impediscono di essere felici.
«Nella
vita o si vince o si perde, vale a dire che si diventa felici o
infelici - scrive il presidente Ikeda - Dal punto di vista del
Buddismo non ci possono essere cose a metà. Vincere o perdere
dipende dalla nostra tenacia. Anche se ci impegniamo fino in fondo
nelle attività, non possiamo vincere se non siamo allo stesso ritmo
con il maestro» (Daibyakurenge, agosto 2009).
di
Asa Nakajima - Tratto da: il Nuovo Rinascimento n° 429 - 15 Ottobre
2009
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