Monte Zebio, la tragedia della brigata Sassari
Era
il tempo della “viva pressione sulla fronte avversaria, alle
pendici dello Zebio quotidianamente annunziata dal comunicato
Cadorna. E la viva pressione consisteva nel lanciare i soldati sui
reticolati intatti, per un varco a 15 metri dagli austriaci, in cui
bisognava passare per uno.
Una
specie di tiro al piccione offerto ai Kaiserjager che si dilettavano
di spaccare le teste ad una ad una, non appena comparivano allo
scoperto. La pressione doveva continuare inesorabile, ed ogni giorno
sul lugubre varco, limitato da sacchetti intrisi di sangue e di
cervella, si ammucchiavano i cadaveri, sino a che non non veniva
raggiunto il numero dei morti prescritto dal Comando di Divisione.
Allora un colpo di telefono, e dall’alto veniva l’ordine di
sospendere l’azione.
C.
Bellieni, Emilio Lussu, cit., pp.40-41
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