47° fanteria ritrovamenti nelle doline
Siamo
stati fermi per 24 ore, quando verso le 5 del 12 ottobre fui chiamato
per andare di pattuglia, a esplorare questa dolina che avevamo
davanti […] Non si vedevano che soldati morti, cavalli, carrette,
carri, botti e una grande quantità di materiale di guerra tutto
ammucchiato per terra e diverse gallerie. In un primo momento
esitammo a entrare ma poi fattoci coraggio siamo entrati.
Lungo
la galleria erano distesi qua e là dei soldati morti, in seguito
alle ferite riportate, perché chi aveva fasciata la testa, chi il
braccio, chi una gamba. Camminammo dentro la galleria […] andavamo
avanti a via di cerini accesi continuamente. Qua incontrammo ancora
dei soldati che davano segni di vita, e noi subito gli abbiamo
raccolti e fattogli quelle cure che il caso ci permetteva, usciti
dalla galleria abbiamo portato con noi cinque feriti, quasi tutti
moribondi, non per causa delle ferite, ma bensì per il sangue
perduto, per la fame, la sete, per le cure mancate.
Appena
portati alla luce del cielo qualunque era quasi scuro, questi han
riaperto gli occhi.
Juren,
Persegati, Pizzamus da Itinerari nel Carso dimenticato, cit.,
pp.47-49
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