Rabbia, le regole del gioco di Greg Martin
La
maggior parte delle persone pensa che le cose negative che accadono
siano frutto del proprio karma, come se questo esistesse fuori dalle
loro vite, ma ciò non è corretto. Le situazioni spiacevoli accadono
a chiunque. Allora cos’è questo karma? Si tratta della propria
incapacità di gestire gli eventi. Si ignora come comportarsi in
situazioni che portano sofferenza e si finisce col fare la cosa
peggiore, creando ulteriori occasioni di malessere. In ogni modo ho
fatto notare a questa persona che era chiaro che il problema era la
sua tendenza a litigare con i datori di lavoro, ma per lui era molto
difficile accorgersene. Per il Buddismo la rabbia nasce
dall’arroganza. Fino a quando questa persona non fosse stata in
grado di controllare la sua mente arrogante e la sua rabbia, non
sarebbe stata capace di mantenere un lavoro. Il fatto di avere molte
capacità lo portava a pensare di poter fare ciò che voleva sul
lavoro e trattare male gli altri. In realtà quest’uomo aveva
bisogno di affrontare le proprie tendenze negative, per cui gli ho
detto di non lasciare che la sua rabbia lo sconfiggesse e di pregare
sinceramente per avere la saggezza di reagire in modo diverso. A
oggi, che io sappia, ha un lavoro da tre anni e si è appena comprato
una casa.
Qual
è il beneficio più grande: un altro lavoro (che avrebbe
probabilmente perso) o la saggezza per comprendere la causa
principale delle sue difficoltà e per non volerla più ripetere? Le
persone pagherebbero milioni di dollari per capire la vera natura
delle loro sofferenze. Il Buddismo ha a che fare con la vita
interiore e mira a risvegliare la saggezza sulla sua vera natura, che
vale mille volte più di tutti i piccoli benefici che si possono
accumulare. Se ci si fa prendere dall’ansia del possesso di beni
materiali alcuni possono pensare che anche questo potrebbe
rappresentare una meravigliosa prova concreta. Io non la penso così.
Non c’è nulla di male nel desiderare di essere ricchi, ma questo
non è lo scopo della vita. Le persone cercano un mezzo per cambiare
loro stessi. Questa è la natura della preghiera buddista. Nichiren
Daishonin non parla dei desideri che diventano benefici, ma dei
desideri che portano alla conoscenza di sé. Naturalmente, dal
momento che si induce un cambiamento, l’ambiente rispecchia questo
cambiamento e questo causa benefici. Comunque, se si cerca solo il
risultato senza il processo interiore alla fine non succederà nulla.
Il Gohonzon non ha il potere di trasformare l’ambiente, ma quello
di trasformare l’essere umano. Quando si usa il Gohonzon per
migliorarsi, anche l’ambiente migliorerà. C’è una grande
differenza. Quando si prega al Gohonzon determinando di risolvere i
propri problemi e le proprie sofferenze, sarà sorprendente scoprire
quello che c’è da fare con se stessi e ciò di cui c’è bisogno
per mettere a posto la propria vita. Il Buddismo riguarda la riforma
interiore, non quella esteriore. Naturalmente i benefici
nell’ambiente esterno arrivano, ma davvero questo non è ciò che
conta. Ciò che conta è il cambiamento interiore.
Da:
Il Nuovo Rinascimento n° 198 - agosto 1998
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