La trincea di notte

I soldati, con le loro uniforme lacere come lo spirito, si mischiavano con il fango, il sudiciume. Di notte non si dormiva in trincea, si combatteva contro le paure, la sensazione di sonno, il continuo bruciore agli occhi dovuto alle ore insonni. Non c'era più nulla di romantico nelle nottate di guerra.
La trincea di notte diventava una città di ombre curve. Con il buio il pericolo proveniva dalle pattuglie che strisciando sul terreno cercavano di raggiungere la trincea nemica per far saltare i reticolati. Nelle lettere tali imprese erano spesso raccontate ai familiari: “Stanotte devo portare un altro tubo di gelatina; ora però ho tempo, ho tutto preaprato e mi voglio spingere fino ai reticolati nemici. Usicrò alle due e mezzo”.
Tratto da Vita di Trincea di Alessandro Magnifici edizioni Nordpress aprile 2007

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