Il Daimoku della fede e il Daimoku della pratica
Scrive
il presidente Ikeda: «La recitazione del Daimoku è la base di tutto
l'insegnamento del Daishonin. Il suo Buddismo, a differenza delle
scuole buddiste del suo tempo, non si basava sul culto di una
specifica divinità o Budda; ciò che il Daishonin stabilì fu il
mezzo per realizzare l'ideale del Sutra del Loto, il raggiungimento
dell'Illuminazione da parte di tutte le persone. «Nel Buddismo di
Nichiren possiamo distinguere tra il Daimoku della fede e il Daimoku
della pratica. Il primo riguarda l'aspetto spirituale della nostra
pratica e consiste essenzialmente nella battaglia che ha luogo nel
nostro cuore per contrastare la nostra condizione interiore illusa,
od oscurità. È una battaglia contro le forze negative e distruttive
interiori per aprire un varco nell'oscurità che avvolge la natura di
Budda e far emergere la condizione vitale di Buddità grazie al
potere della fede. «Il Daimoku della pratica riguarda invece
l'azione specifica di recitare Nam-myoho-renge-kyo e di insegnarlo
agli altri, gli sforzi che compiamo, con le parole e con le azioni,
per la nostra felicità e per quella degli altri, che sono la
dimostrazione tangibile della nostra battaglia interiore contro
l'illusione e i nostri aspetti negativi interiori.
«Quando
la fede vince sul dubbio e sulle illusioni, il potere della natura di
Budda viene risvegliato dal suono del Daimoku e si manifesta
spontaneamente nella nostra vita. «Il punto essenziale che
differenzia il Buddismo del Daishonin dalle altre scuole buddiste del
suo tempo è l'aver stabilito questo mezzo concreto per raggiungere
la Buddità. Dalla prima volta che proclamò Nam-myoho-renge-kyo fino
al momento della morte Nichiren si impegnò ardentemente per
insegnare questo supremo sentiero per l'Illuminazione a tutte le
persone della sua terra»
D.
Ikeda, Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza Lezione
sugli scritti di Nichiren Daishonin, esperia, NR 536
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