Senza fermarsi mai

L'illusione, a volte, è quella di essere arrivati a qualche destinazione e di poter posare valigia e  cappello.
Di sedersi e aspettarsi una specie di ricompensa. Di specchiarsi nel mondo intorno e trovarsi improvvisamente diversi.
È vero, attraverso il Daimoku la trasformazione, coraggiosamente voluta e diligentemente accompa
gnata, inizia nello stesso momento in cui la si desidera con tutto il cuore e l'energia necessari. Ma è un movimento virtuoso che non conosce soste, e che segue il flusso della nostra vita come la sua anima cinetica. Un'anima che cammina, balla, si arrampica, corre, passeggia, tentenna ma non si ferma mai. Ci sono punti intorno ai quali questo movimento si concentra, che lo attirano come magneti quando si perde per altre vie. Quelli che chiamiamo nodi, quelle che chiamiamo tendenze. É come se fosse il groviglio di scambi dei treni in prossimità di una grossa stazione e li si decidessero le destinazioni. É così che ogni tanto, quando uno di quei nodi sembrava sciolto, ci ritroviamo daccapo a fare i conti con le stesse cose: stesse situazioni e persone, stessi errori, stesse cadute. E la cosa sorprendente è che, lo sappiamo bene, abbiamo fatto molto meno di quel che avremmo fatto in passato per meritare quel capitombolo: il nostro errore questa ultima volta è stato piccolo piccolo, la debolezza s'è lasciata andare solo per un momento, ma la risposta, fuori, è stata feroce e senza appello.
Tutto questo non accadrebbe se non praticassimo, con coraggio e diligenza. È facile distogliere lo sguardo, imbastire ragionevoli inganni quando non ci si siede tutti i giorni davanti al Gohonzon. La nostra condanna e insieme la nostra inestimabile fortuna è la necessită di affrontare tutto fino in fondo, come ci ricorda il Tamotsu Nakajima in queste stesse pagine. Ma cosa significa "fino in fondo"? Fare più Daimoku, certo. Approfondire la fede, studiare, fare shakubuku. Tutte queste cose fondamentali, ovviamente. Che però, tutte insieme, ci por tano avanti, ci portano oltre, nel luogo dove si gioca tutto. Un posto più a fondo di prima, che ci vuole più luce per rischiarare, più coraggio per guardare e più diligenza per cambiare. Il segreto mi è parso, l'ultima volta che ci sono stata, essere nel raggio d'azione che imprimiamo al cambiamento, che può partire da questo punto profondo e allargarsi ad abbracciare tutto, non solo la zona della nostra vita più interessata o colpita da quella tendenza, più frenata da quel nodo. Non recito, non studio, non faccio attività, non cerco di migliorare solo per raddrizzare una cosa andata storta o inclinare verso la luce un pezzetto del mio destino, ma per mutare profondamen te la qualità della mia presenza, ovunque. Credo che per aprire davvero la vita, usando la pratica completamente, occorra pensare ampiamente, allargare lo sguardo e la preghie ra, e dentro questo cerchio accogliere tutto. Abbiamo continuamente possibilità senza pari, occasioni via via più preziose, nuove partenze: la trasformazione, come il movimento, non finisce mai. E nel frattempo diventiamo sempre più forti, sempre più veloci. Fermarsi sarebbe davvero uno spreco 
Simona Caleo BS n.147 pag. 26

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